QUANTA QUALITÀ NELL’OLIO ITALIANO?

Roma, 28 settembre 2011

E’ possibile stimare le quote di qualità del settore oleico-oleario? Cosa caratterizza un olio di qualità? Quanta parte dell’economia del settore oleico, e quindi del PIL, è riconducibile alla qualità e come tale può essere misurata e monetizzata?
Sarà possibile rispondere a queste domande grazie alla convenzione, firmata oggi 28 settembre, a Roma, fra Tiziano Zigiotto, Presidente dell’INEA e Ermete Realacci, Presidente della Fondazione Symbola.
La convenzione consentirà di ricercare il Prodotto Interno Qualità (PIQ) per il settore oleario sia valutando il peso della qualità come strumento di competitività e di differenziazione del prodotto sul mercato e sia individuando i punti di debolezza lungo la filiera, permettendo così di avviare azioni di qualificazione o attività di controllo specifiche per elevare gli standard di qualità. Il progetto rappresenta la prima applicazione settoriale del PIQ, lo strumento promosso da Fondazione Symbola e Unioncamere

Si è dichiarato particolarmente soddisfatto Tiziano Zigiotto, Presidente dell’INEA per le due novità riguardanti l’Istituto e il settore oleario. «Nel corso del 2010 – ha infatti affermato – è stato avviato un filone specifico di ricerca, finanziato dal Dipartimento dell’Ispettorato centrale della tutela della qualità e repressione frodi dei prodotti agroalimentari, per individuare le principali azioni in grado di migliorare l’efficienza del sistema dei controlli per il comparto agroalimentare. In questo contesto il settore oleario ricopre un ruolo particolarmente rilevante per l’importanza che il consumatore attribuisce alla qualità del prodotto e per i problemi di competitività sui mercati nazionali ed internazionali. E’ la prima volta, inoltre, che lo strumento del PIQ – ha concluso – verrà valutato per un comparto dell’agroalimentare italiano per individuare, lungo la filiera oleicolo-olearia, i fattori che conferiscono la qualità del nostro olio che gli viene riconosciuta in tutto il mondo».

«Per l’olio – sottolinea Ermete Realacci, Presidente di Symbola – è importante seguire la stessa strada che da anni è stata intrapresa con successo nel settore vinicolo. Puntare sulla qualità più che sulla quantità, sul legame con i territori e sulle eccellenze che questi custodiscono. E’ questa la via per essere più forti in Italia e nel mondo e per combattere anche la concorrenza sleale e le sofisticazioni che insidiano l’olio italiano. Con INEA condividiamo questo progetto comune e per questo pensiamo che riuscire a quantificare tutti quegli elementi materiali e immateriali che caratterizzano la qualità nella filiera produttiva dell’olio sia fondamentale, soprattutto nella crisi che stiamo attraversando, per difendere e far crescere uno dei prodotti più famosi del made in Italy».

Il PIQ intende qualificare il PIL del settore olivicolo -oleario, estraendone la componente più pregiata della filiera con l’obiettivo di individuare importanti spazi di miglioramento. Del resto, la qualità costituisce un indubbio elemento di forza delle produzioni italiane, sul quale le nostre piccole e medie imprese hanno continuato a puntare per contrastare le difficoltà legate alla crisi. Ma la qualità, in questa fase più che mai, deve essere anche accompagnata da innovazione costante ed efficienza produttiva. Ecco perché è indispensabile intervenire per il rafforzamento delle relazioni tra le aziende e tra queste e i soggetti istituzionali e garantire lo sviluppo delle condizioni di contesto necessarie a crescere di più.
Questa attività, che l’INEA sta svolgendo in collaborazione con l’Ispettorato Centrale della tutela della Qualità e Repressione Frodi (ICQRF) del Ministero delle Politiche Agricole Alimentari e Forestali, rientra nell’ambito del progetto di ricerca relativo all’Attuazione del piano oleicolo-oleario commissionato dal MiPAAF.

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