Tre aziende che rientrano nella filiera della Green Economy Italiana hanno aderito alla Fondazione Symbola. Si tratta di Edimare (gruppo Edilana), Editerra (gruppo Edilatte) e del Polo Produttivo La Casa Verde CO2.0 coordinato da Daniela Ducato. La fondazione Symbola, presieduta dall’on. Ermete Realacci, da anni si occupa di promuovere idee, progetti e imprese che operano nel campo delle produzioni ecosostenibili, dell’innovazione e della qualità.

 
Edimare, fa parte del gruppo Edilana, è specializzata in pannelli industriali per moduli per tetti e sistemi termoisolanti con la più alta inerzia termica al mondo. I prodotti sono composti da lana di mare ottenuta dalle fibre di legno della posidonia spiaggiata (ascritta a rifiuto) unita alla pura lana vergine di pecora. 
 
Editerra, fa parte del gruppo Edilatte, produce intonaci, finiture e pitture, arredi a base di fibre di terra cruda termorinforzata con lana Edilana e fibre vegetali.
 
L’Associazione Nazionale La Casa verde CO2.0, invece, è un polo produttivo che raduna un gruppo di 73 produttori (42 con sede in Sardegna) specializzati in materiali edili sostenibili, come i pannelli termoisolanti Edilana con il più alto valore termico, ad alta densità in edilizia mai prodotti al mondo. Le produzioni sono 100% italiane, compresa la materia prima di cui sono fatte e la lavorazione e la trasformazione in prodotto finale è a km corto.
 
Per il segretario di Symbola, Fabio Renzi, “queste eccellenze produttive della Green economy Italiana dimostrano che puntando su qualità, ricerca e innovazione, le aziende italiane possono dare una forte spinta al superamento della crisi economica muovendosi in una prospettiva di sviluppo sostenibile”.
 
I prodotti di queste aziende, sottolinea Daniela Ducato, “non contengono derivati di origine fossile e non sono petrolchimicamente modificati, sono fatti di eccedenze di fonti rinnovabili  provenienti dalle sottolavorazioni delle filiere agro-alimentari, boschive e della pastorizia, che altrimenti diventerebbero rifiuti da smaltire”. “L’eccellenza tecnica e prestazionale di questi prodotti – prosegue – garantita dalla certificazione etica ambientale ANAB ICEA, dimostra che si può fare edilizia senza petrolio, senza alimentare guerre, senza inquinamento, senza land grabbing, senza materiali energivori, senza spreco di denaro pubblico. Auspichiamo che il nostro esempio possa produrre una riflessione nel settore dell’efficienza energetica fatta al 90% di materiali energivori”.