Ben 200: tanti sono stati gli interventi che si sono susseguiti quest`anno sui vari palchi che hanno ospitato gli eventi di Symbola. Top manager di grandi multinazionali e amministratori di piccole cooperative, uomini di cultura e sindaci di comuni con poche centinaia di abitanti, docenti universitari e responsabili di associazioni di imprese hanno declinato il titolo dato al Seminario “Da soli non si può” senza mai dare l`impressione, purtroppo dilagante in tanti dibattiti televisivi e no, di esibirsi solo per i propri fan. A Treia, forse in forza di una frequentazione che per tanti si ripete puntuale da svariati anni, il dialogo e il confronto sono reali, non puntano a prevalere con gli eccessi verbali, ma a capire, facendo tesoro del contributo di ciascuno. Il sottotitolo “Empatia e tecnologia per costruire il futuro” ha incanalato gli interventi lungo un percorso che, senza nascondere debolezze, rigidità, ritardi del nostro Paese, ha messo in luce e rivendicato i punti di forza assecondando i quali l`Italia potrebbe rialzare la testa sia dal punto di vista economico che da quello sociale e civile. In sintonia con questa prospettiva il vescovo Marconi nel suo saluto iniziale ha sottolineato che «l`approccio empatico al concreto vivente è preferibile a qualsiasi approccio ideologico: non si impone uno schema, ma si fa crescere la relazione e l`interazione» e che «l`ideologia è anche il contrario della tecnologia, perché invece che applicare schemi rigidi predefiniti, questa cerca di ripensare il funzionamento dei processi».