Si consolida anche nel corso dell’ultimo anno la domanda di sostenibilità di istituzioni e siti culturali, sotto il profilo economico e sociale. Tale domanda si accompagna ad un generale sforzo di individuare modelli di gestione capaci di accogliere le esigenze diversificate degli enti preposti e di tutti gli stakeholder coinvolti e, in parallelo, l’evolversi della domanda espressa dai pubblici della cultura. Le indicazioni e le evidenze nazionali e internazionali dimostrano come musei e siti culturali stiano provando a rafforzarsi acquisendo competenze diverse e tra loro integrate, di tipo transdisciplinare, manageriale, imprenditoriale. Tra i trend di maggiore interesse che si possono osservare vi sono: accessibilità alla cultura e inclusione sociale, facilitazione e intensificazione delle relazioni cross-settoriali, ruolo delle imprese, capacità di integrarsi a progettazioni di livello internazionale, sviluppo di strumenti adatti a valorizzare le esperienze e i servizi offerti ad un pubblico evoluto attraverso l’impiego di nuove tecnologie.

Continua il percorso intrapreso da parte di molte istituzioni e siti culturali italiani verso l’acquisizione di una prospettiva di sostenibilità economico-sociale più solida. Da una parte vi è il ricorso, sempre più frequente, a strumenti di gestione che abbiano un orizzonte temporale di medio – lungo termine e che individuino fonti di finanziamento alternative a quelle pubbliche. Dall’altra si osservano iniziative come il lancio della Società per Azioni Buone da parte di Farm Cultural Park, che ha l’intento di raccogliere parte degli investimenti dei residenti locali per destinarli a progetti culturali e di riqualificazione urbana. Osservando la scena museale e culturale internazionale è chiara la tendenza di molte istituzioni di rafforzarsi grazie all’acquisizione di competenze diverse e tra loro integrate che abbiano profili transdisciplinari di tipo manageriale e imprenditoriale, connesse da una parte alla necessità di innescare e governare i processi di innovazione e dall’altra di comunicare in maniera efficace, con il coinvolgimento effettivo di nuovi attori, non solo del pubblico. Gli innovation manager stanno diventando una delle più ricercate figure professionali, in campo culturale e non solo.

L’accessibilità alla cultura, riferita alle strutture, servizi e attività, è senza dubbio uno dei temi di maggior rilievo, anche rispetto alle molte iniziative promosse nell’ambito dell’Anno Europeo dedicato al patrimonio culturale. A questo tema è stato dedicato il primo Forum Internazionale sull’Accessibilità Culturale organizzato dalla Città di Torino a metà ottobre 2018 presso l’Università di Torino. Tra gli esempi di maggior successo nella concreta azione di rafforzamento dell’accessibilità ai musei vi è il MANN di Napoli, che è riuscito in 3 anni a triplicare i suoi visitatori grazie a diverse azioni per aumentare l’accessibilità dei suoi contenuti onsite e online, in un’ottica di audience development. Fra i progetti: l’aumento degli spazi espositivi di oltre il 60%; la composizione del brano Inspired by MANN donato al museo dal Micheal Nymann; l’esperienza del videogioco Father and son con più di 4 milioni di download. Analogamente, il Museo Archeologico di Taranto ha lanciato Past for Future videogame dedicato alla fruizione del museo, anch’esso realizzato in collaborazione con TuoMuseo. Dall’archeologia all’arte contemporanea. In un’ottica di aumento dell’accessibilità e di audience development si colloca anche Dream, ultimo capitolo della trilogia ideata da Danilo Eccher per il Chiostro del Bramante iniziata con Love (2016) e proseguita con Enjoy (2017), tre grandi mostre dedicate alle più intime emozioni dell’uomo per avvicinare l’arte contemporanea al grande pubblico e non relegarla ad argomento di nicchia per pochi. Oltre alle immersioni sensoriali, in questo caso il valore aggiunto è apportato dalle innovative audioguide che rendono il percorso espositivo un’esperienza realmente immersiva: al posto delle asettiche audioguide che raccontano le dimensioni dell’opera d’arte, il visitatore è condotto dalle voci di 14 attori italiani che interpretano altrettanti racconti brevi, scritti nell’intento di mettere i visitatori in contatto non solo con l’opera ma anche con la propria dimensione spirituale.

Lo sforzo di garantire accesso alla cultura si accompagna sempre più al tema dell’inclusione sociale. Tra gli esempi in questo senso il Museo Benozzo Gozzoli, che ha iniziato a distinguersi nel panorama nazionale già dal 2013, rendendo accessibile il suo patrimonio artistico prima ai non vedenti e ipovedenti, successivamente alle persone con Alzheimer, e infine (nel 2016–17) coinvolgendo nella sua programmazione (in veste di Comune capofila) altri musei dell’Empolese Valdelsa, nel progetto Museum for All, in parte finanziato dalla Fondazione CR di Firenze, che punta a declinare il concetto di “accessibilità” nel senso più vasto. Altro caso esemplare è la Fondazione Musei Civici di Venezia. Se fino al 2015 l’offerta educativa della Fondazione era rivolta soprattutto alle scuole attraverso un call center con orari fissi, nel biennio 2016–2017 è stata ampliata, individuando esperienze mirate per famiglie, stranieri, persone portatrici di bisogni speciali (non vedenti, persone malate di Alzheimer). In più, tutto il sistema di fruizione è stato messo su una piattaforma digitale in collaborazione con Ticketlandia. Differenziazione del target e digitalizzazione hanno permesso alla Fondazione di aumentare le prenotazioni del 700% rispetto al biennio precedente, raggiungendo un 60% di visitatori stranieri. Ancora su questo filone, il progetto Museum Senior, realizzato in collaborazione con BAM! Strategie per la Cultura: un ciclo di laboratori, eventi e iniziative nato per trasformare i Musei della Ceramica della provincia di Savona in luoghi di incontro e partecipazione, coinvolgendo la fascia di pubblico che può rendersi maggiormente testimone della memoria culturale della città, i visitatori Senior. E, ancora, il Bando Civica di Compagnia di San Paolo, che chiede ai progettisti culturali di lavorare per sperimentare nuovi prodotti o processi culturali volti ad agire sull’impatto civico.

Arte come catalizzatore di sviluppo sociale è anche la visione che ruota attorno al progetto di Massimo Valsecchi per Palazzo Butera a Palermo, città che con “Manifesta 12” ha ospitato uno degli eventi culturali che più ha caratterizzato l’ultimo anno, insieme ai preparativi per “Matera Capitale Europea della cultura 2019” e l’apertura del museo M9 di Mestre.

Avanza in questo senso anche la tendenza delle aziende private a investire in cultura, attraverso azioni di Corporate Cultural Responsibility, come la realizzazione di musei di impresa (il Museo Lavazza a Torino ne è un esempio), o anche la scelta di alcune imprese di investire in programmi di welfare culturale per i propri dipendenti. L’attenzione verso il target dei giovani e giovanissimi si concretizza in progetti specifici, come lo spazio formativo 3-5 anni del Museo Marini di Firenze, o in progetti ideati pensando a tale target come consumatori culturali indipendenti, e non solo come membri di una famiglia in cui i consumi sono decisi dagli adulti. Ne è un esempio il Monviso Youth Camp, rivolto a coinvolgere i giovani tra i 15 e i 19 anni nelle pratiche di gestione del territorio riconosciuto Riserva della Biosfera UNESCO.

Un’ulteriore tendenza è lo sviluppo di strumenti adatti a valorizzare le esperienze e i servizi offerti ad un pubblico evoluto attraverso l’impiego di nuove tecnologie.
Tra i musei che più si distinguono in Italia per investimenti sul digitale (da più di 20 anni), c’è il Museo della Scienza di Milano che nel tempo ha realizzato serious game, attivato la realtà virtuale immersive, avviato un progetto di Digital Transformation del museo anche grazie alla partnership con Accenture Italia, scelta come Official Digital Partner del Museo. Di estremo interesse a tal riguardo è, ancora una volta, il progetto del Museo Marini di Firenze Playable Museum Award, una call aperta ai creativi di tutto il mondo invitati a immaginare il museo del futuro, capace di coinvolgere nuovi pubblici e fornire chiavi di lettura comprensibili del quotidiano, grazie allo sviluppo delle nuove tecnologie. L’iniziativa, sviluppata in collaborazione con TuoMuseo e realizzata con il supporto della Fondazione Cassa di Risparmio di Firenze e ProgeniaCube, si ispira al format internazionale nato a Bristol nel 2014 (Playable City Award). Vincitore della prima edizione della call è l’interaction designer e ingegnere indiano Arvind Sanjeev con Lumen. Mixed Reality Storytelling, una piattaforma di machine learning per classificare gli oggetti
che, attraverso dei dispositivi dalla forma di una torcia, è in grado di riconoscere gli elementi dell’ambiente e di fornire al visitatore una serie di narrative ad hoc, progettate da storyteller e game designer e collegate alle opere e agli artefatti in esposizione. Per quanto riguarda il mondo dell’iniziativa privata, interessanti sono le esperienze di Musement: applicazione italiana per l’acquisto di esperienze turistiche, acquisita da TuiGroup – uno dei colossi del turismo mondiale; Travel Appeal, azienda che ha sviluppato soluzioni di intelligenza artificiale per valutare e migliorare la reputazione online adottata da numerosi musei nazionali (oltre che regioni e amministrazioni); Talent Garden con lo sviluppo delle app-Aversity. strumento che consente di conoscere l’offerta museale della propria città e di individuare altre persone con cui condividere la visita; Casalebraica, per accompagnare la visita fornendo contenuti in base alla posizione dell’utente all’interno del museo, in sostituzione della guida, grazie alla creazione di un sistema integrato di IOT. Oltre a Talent Garden c’è anche H-Farm che offre la possibilità di prenotare esperienze esclusive nelle principali città italiane con un click, legate alla moda, design e cultura in senso più tradizionale, come il caso delle visite guidate al Cenacolo di Leonardo. Altri esempi in tal senso sono Deed, bracciale elettronico a conduzione ossea sperimentato come audioguida al MAXXI; Ithalia, app per le visite guidate che non necessita di connessione internet; Tooteko, start-up che lavora per rendere l’arte fruibile a ipovedenti e non vedenti attraverso un anello
che mette in contatto il tatto e il suono.

A tal proposito, di estremo interesse è il progetto in via di sviluppo finanziato dal MIUR VASARI – VAlorizzazione Smart del patrimonio ARtistico delle città Italiane, a cui partecipano diverse università italiane43, il Distretto Ad Alta Tecnologia per i Beni Culturali – DATABENC, il Consorzio Interuniversitario Nazionale per l’Informatica – CINI, oltre a numerose aziende attive nel mondo high-tech e della valorizzazione del patrimonio culturale (@Cult, Santer Reply, Officina Rambaldi, Illogic, Heritage). Mettendo a sistema le più recenti innovazioni digitali per cambiare radicalmente la valorizzazione, fruizione e gestione delle opere d’arte (sia museali che a cielo aperto), VASARI rappresenta un progetto unico nel suo genere a livello europeo. Il cambio di paradigma che consente va in direzione della costruzione di un nuovo spazio culturale in cui gli spazi fisici di musei e siti storici, con il loro patrimonio di opere, sono integrati nello spazio digitale di contenuti e servizi culturali, fra loro interconnessi in una logica multi-sito. L’obbiettivo è quello di superare l’attuale scenario digitale frammentato e disomogeneo, in cui le istituzioni culturali agiscono come isole a sé stanti. Per consentire una narrazione organica e completa del nostro patrimonio culturale, VASARI fornirà l’infrastruttura digitale necessaria per costruire infiniti percorsi che collegano semanticamente le opere del nostro patrimonio e intercettano opere appartenenti a diversi musei e/o siti culturali (includendo anche opere minori)44. Grazie a VASARI i musei potranno collaborare per creare exhibition congiunte, il singolo cittadino potrà creare il proprio percorso seguendo interessi e curiosità personali e arricchire il patrimonio di conoscenze sulle opere visitate seguendo una logica partecipativa.

Vi è poi uno sguardo innovativo sul paesaggio e sul patrimonio culturale, che ha portato ad alcune operazioni di rilevo, rispetto alla rimozione delle brutture del paesaggio o di quegli elementi che ne impediscono una lettura corretta. Tra i numerosi esempi vi sono la distruzione della torre dell’acquedotto che incombeva in uno dei centri storici del sito UNESCO dei Paesaggi vitivinicoli di Langhe Roero e Monferrato e il bando “Distruzione”, promosso dalla Fondazione CR Cuneo, che ha come obiettivo quello di riscoprire la bellezza dei luoghi, grazie a interventi di abbattimento e mascheramento. Si è riproposta, anche nel 2018, la domanda di cura del patrimonio “minore” e di presidio del territorio, attraverso la promozione di festival, come ITACA, dedicato quest’anno al tema della “Restanza”, la realizzazione di iniziative per il recupero delle conoscenze tradizionali per mantenere il paesaggio e usare il patrimonio storico, come avviene nel progetto “Banca del fare” dell’Associazione Parco Culturale Altalanga, con sede a Monesiglio, o le agevolazioni proposte da molti comuni per l’acquisto di case a 1 euro nei borghi in abbandono. Fra i tanti esempi, Locana in Piemonte, Sambuca in Sicilia o la vendita di intere borgate, come a Esino, in Lombardia, riportano l’attenzione sulle minacce di spopolamento e abbandono del territorio su scala nazionale.

È in costante crescita la domanda di internazionalizzazione della cultura, nei termini di riuscire a rivolgersi a pubblici internazionali anche a livello B2B (è il caso della Fiera ROME, lanciata nel novembre 2018) e di integrarsi a progetti di cooperazione di livello internazionale (il Museo Egizio di Torino è capofila del progetto di rilancio per il Museo del Cairo).

Infine, l’importante tema della sicurezza del patrimonio culturale, tornato prepotentemente alla ribalta con il recente disastro di Notre Dame a Parigi, è al centro del master internazionale in “Cultural property protection in crisis response” che ha preso avvio alla fine del 2018 da una collaborazione unica nel panorama non solo nazionale tra Università di Torino, Esercito Italiano e Arma dei Carabinieri, e realizzato con il sostegno della Fondazione CRT.