L’Italia è pronta a giocare la partita della sostenibilità. Un modello di sviluppo che ha un enorme potenziale di crescita. Ma bisogna accelerare. Tutti d’accordo su questo impegno i protagonisti del Manifesto di Assisi per un’economia a misura d’uomo. «Non possiamo più considerare la spesa per proteggere l’ambiente come un costo, è un investimento essenziale per ridurre il debito ecologico che stiamo lasciando alle giovani generazioni», ha detto il presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, concludendo l’evento di ieri al Sacro Convento. Il premier ha firmato il Manifesto, unendosi agli oltre zmila sottoscrittori. Mettendo in guardia dalle «tendenze neoprotezionistiche che rischiano di procurare all’economia mondiale un nuovo arresto», ha sostenuto che la strada è un’altra: cambiare paradigma, scommettere surverde”. E a chi gli domandava come mai avesse disertato il World Economic Forum, ha risposto: «Quando ancora neppure sapevamo che Davos esistesse qui ad Assisi già si tutelava l’ambiente». Tra i promotori del Manifesto Vincenzo Boccia, presidente di Confindustria, convinto che la green economy sia un’opportunità di sviluppo e lavoro per le imprese: «Può diventare uno dei grandi obiettivi italiani ed europei su cui costruire una speranza per il futuro. La sostenibilitàva declinata in termini ambientali, sociali ed economici, dobbiamo costruire un grande Paese, l’Italia è la prima nella Ue per l’economia circolare».