Il software open-source per monitorare la salute dei cittadini nella fase 2 dell’emergenza viene da Genova, da una organizzazione che ha all’attivo 13.000 pubblicazioni su riviste scientifiche internazionali, 20 start up, 200 invenzioni che hanno prodotto oltre 900 domande di brevetto. E che ha 1700 tra dipendenti e collaboratori, di cui circa 400 studenti di dottorato. Robotica, scienze computazionali, nanomateriali e LifeTech sono le discipline su cui dal 2003, ogni giorno, nell’Istituto Italiano di Tecnologia, 11 sedi in Italia e cuore scientifico a Genova, si confrontano talenti della Scienza, della Ricerca e dell’Ingegneria. Sostenuto dallo Stato Italiano, l’IIT è nato con lo scopo di diventare un centro di eccellenza per la ricerca scientifica e tecnologica, e con l’auspicio di fornire una piattaforma per il rientro dei cervelli in fuga italiani emigrati all’estero. I dati parlano da soli.
In queste settimane, l’IIT sotto la guida del neo direttore scientifico Giorgio Metta, padre di Icube (la sua storia in 100 Italian Robotics & Automation Stories), l’umanoide bambino più famoso del mondo, sta studiando e sviluppando soluzioni per far fronte alla crisi sanitaria Covid-19 con il programma 
IIT4 PUBLIC HEALTH.

Dai braccialetti sonori per tenere le distanze a nuovi materiali per mascherine disinfettabili e riutilizzabili alla progettazione di respiratori polmonari low cost fino a robot avatar per fare tele presenza per i pazienti che devono rimanere in isolamento.  Tra queste di particolare interesse, soprattutto per gli enti pubblici e le imprese che si apprestano alla riapertura nella fase 2, il software Ai-Thermometer. Grazie a algoritmi di intelligenza artificiale, permette a una qualsiasi termocamera di riconoscere le figure umane che transitano nel campo di visione, di individuare la posizione del volto, misurare la temperatura della fronte e segnalare a un operatore eventuali casi di febbre. A differenza dei termometri digitali a infrarossi, riesce quindi a monitorare più soggetti contemporaneamente, anche in movimento e non richiede la presenza di un operatore. Inoltre il software garantisce la privacy trasformando le immagini in figure 2D, non riconoscibili, Il sistema sarà molto utile nel futuro anche dopo l’emergenza, per avere uno screening costante della salute della popolazione, soprattutto nei luoghi a grande flusso come aeroporti e stazioni.