Nel XII secolo Stade era un’importante città della Lega Anseatica sul fiume Elba, a ovest di Amburgo.
Abate del locale monastero benedettino era Alberto che, volendo introdurre regole più rigide nella sua comunità, si recò verso Roma per ottenere il benestare di Papa Gregorio IX. Tornato a Stade, nonostante l’approvazione del Pontefice, si vide rifiutare le riforme dal suo vescovo e per questo decise di aderire ai francescani, ritirandosi nel loro convento.
Qui si dedicò alla stesura degli Annales Stadenses, resoconti storici sugli avvenimenti della città, all’interno dei quali è descritto, attraverso un dialogo tra due monaci che discutono sulla strada migliore per raggiungere Roma, il tragitto che oggi conosciamo come Via Romea Germanica.
Nota anche come Via di Alemagna o Via Teutonica, questa antica strada, lunga 2271 km, che congiunge Stade a Roma, percorre lo stesso tracciato descritto dall’abate Alberto, e prima di giungere in Italia passa per la Germania e l’Austria. Nel nostro Paese, in 1020 km dal Brennero a Roma, la Via Romea Germanica attraversa 6 regioni, incrociando 117 comuni, di cui la metà piccoli.
Il primo tratto del cammino, quello in Trentino-Alto Adige, percorre le valli e le vie di comunicazione che per secoli, fin dall’Impero Romano, furono utilizzate per collegare la penisola italiana e il Mare del Nord.
Nei comuni di Vipiteno (inserito tra i “borghi più belli d’Italia”) e Campo di Trens sono state infatti ritrovate due pietre miliari del 201 d.C., risalenti quindi al regno di Settimio Severo.
Tra Bolzano e Trento, nella Valle dell’Adige, si passa per Termeno, Cortaccia e Magrè, comuni della Strada del Vino dell’Alto Adige, dove quasi tutti i vitigni che dominano la vallata e le montagne circostanti possono vantare il marchio DOC.
Costeggiando il Brenta si entra quindi in Veneto presso Valstagna, piccolo borgo sul fiume, noto per ospitare la scalinata più lunga d’Italia, la Calà del Sasso: il sentiero di 4444 gradini, realizzati scavando rocce calcaree, unisce il paese a Sasso, frazione di Asiago.
Superate Cittadella e Padova, si varca il confine con l’Emilia-Romagna passando per Ferrara e si attraversa il Parco Regionale del Delta del Po tra Argenta e Comacchio, uno dei pochi habitat in Italia dove è possibile ammirare le colonie di fenicotteri rosa.
Dopo aver fatto tappa a Ravenna, dove si possono visitare il Mausoleo di Teodorico e la Tomba di Dante, nel tratto del cammino più vicino al mare, il percorso prende la direzione degli Appennini passando per Galeata, che ospita l’area archeologica della Villa di Teodorico, residenza risalente al V-VI secolo d.C., decorata con mosaici e dotata di un impianto termale privato.
Arrivati a Santa Sofia, nel Parco Nazionale delle Foreste Casentinesi, si varca il confine con la Toscana per raggiungere Arezzo prima di entrare nel tratto umbro della Via Romea, tra le meraviglie artistiche di Città della Pieve e Orvieto, che ospita la Cattedrale di Santa Maria Assunta, simbolo dell’arte gotica in Italia.
Giunti nel Lazio, la tappa di Civita di Bagnoregio – borgo che sorge su uno spero di tufo, abitato da 11 persone e raggiungibile attraverso l’iconico ponte – segna l’ultimo tratto del cammino.
Lasciata la provincia di Viterbo, con la visita alla Rocca dei Borgia a Nepi, si entra finalmente a Roma, dopo aver viaggiato lungo la stessa strada che 700 anni fa, in occasione del primo Giubileo della storia indetto da Bonifacio VIII nel 1300, percorsero migliaia di pellegrini.
Questo contributo fa parte della rubrica Cammini d’Italia, parte del rapporto Piccoli Comuni e Cammini d’Italia, realizzato da Fondazione Symbola e Fondazione IFEL.
Progetto grafico a cura di Bianco Tangerine.