La figura di San Vigilio, patrono del Trentino-Alto Adige, fu di cruciale importanza per il diffondersi del cristianesimo in queste terre. Nato a Roma nel 335, Vigilio venne nominato vescovo di Trento nel 385 con il compito di evangelizzare le popolazioni pagane della regione. Per assolvere il proprio compito, viaggiò spesso nelle valli del Trentino e chiamò Sisinnio, Martirio e Alessandro dalla Cappadocia a Trento, tre missionari che furono uccisi dai pagani nel 397. Stessa sorte toccò a Vigilio nel 405.

Da allora le salme dei quattro religiosi, venerati come santi e martiri dalla Chiesa cattolica, riposano nella cattedrale di Trento.

Il cammino San Vili – nome latino di Vigilio – con i suoi 216 km, ripercorre le vallate in cui i martiri predicarono e il cui passaggio è testimoniato da numerose architetture religiose. Attraverso suggestive passeggiate tra i boschi e i torrenti di montagna, il cammino incontra 13 piccoli comuni e soltanto due paesi con più di 5000 abitanti.

Punto di partenza è il comune di Pinzolo, dove poco fuori dall’abitato è possibile visitare la chiesa in stile gotico dedicata a San Vigilio, famosa per ospitare l’enorme affresco (lungo oltre 22 metri) della Danza Macabra di Simone II Baschenis, dipinto nel 1539. Il tema è quello del Memento Mori, con la Morte e una serie di scheletri che ballano insieme a Cristo, al Papa e a numerose figure di diversa estrazione sociale, a voler ribadire l’ineludibilità della morte.

Scendendo lungo la Val Genova si passa per Carisolo, dove si trovano le cascate di Nardis. Con un salto di 130 metri, queste cascate regalano uno spettacolo particolarmente suggestivo in inverno, quando l’acqua ghiaccia, offrendo agli arrampicatori la possibilità di scalarle.

Da Carisolo, paese bandiera arancione del Touring Club e conosciuto per le sue acque termali, apprezzate fin dal Medioevo dai vescovi di Trento, si arriva quindi a Spiazzo.

Qui si fa tappa alla chiesa di San Vigilio – anch’essa decorata con affreschi esterni di Simone II Baschenis – che secondo la leggenda fu edificata nell’esatto punto in cui il Santo fu lapidato dai pagani.

Da qui il cammino si divide in due: scegliendo il percorso “alto” si sale fino a Irone, piccolo borgo spopolato nel 1630 per via della peste e perfettamente conservato, che si ripopola solo in estate, mentre passando per il percorso “basso” si arriva a Tione di Trento, dove si trova un’altra chiesetta dedicata al martire sulle sponde del fiume Sacra.

Secondo la tradizione, la chiesa sorge nel punto in cui la corrente trasportò il corpo del Santo, che qui fu recuperato dai fedeli.

Ricongiuntosi, il cammino prosegue per Stenico, sede dell’omonimo castello del XII secolo possedimento dei Principi Vescovi di Trento, che lo utilizzavano per controllare l’intera vallata.

Continuando il percorso si arriva a San Lorenzo in Banale, frazione di San Lorenzo Dorsino. Inserito tra i “borghi più belli d’Italia”, il piccolo centro è famoso per la Ciuìga, presidio Slow Food. Questo salume ha origine nelle ristrettezze economiche degli allevatori, che vendevano le parti migliori dei maiali conservando quelle meno pregiate per sfamarsi: per rendere più saporiti gli scarti, iniziarono a macinarli insieme alle rape, elemento che contraddistingue questo prodotto.

Infine, dopo essere passati per il comune di Vallelaghi – dove si possono visitare le antiche distillerie di Santa Massenza, paese conosciuto come la “capitale della grappa” – si arriva a Trento.

 


Questo contributo fa parte della rubrica Cammini d’Italia, parte del rapporto Piccoli Comuni e Cammini d’Italia, realizzato da Fondazione Symbola e Fondazione IFEL.
Progetto grafico a cura di Bianco Tangerine.