Considerato il massimo esponente della pittura rinascimentale tedesca, Albrecht Dürer, nato nel 1471 a Norimberga e morto nella sua città natale nel 1528, fu un pittore e un incisore di straordinario livello, particolarmente attento agli studi sulle proporzioni e sulle prospettive.
Le sue opere sono conservate in tutta Europa, da Vienna a Lisbona, da Norimberga a Praga, da Madrid a Firenze.
Quando nel 1494 scoppiò un’epidemia di peste nella sua città, l’artista decise di raggiungere Venezia, per sfuggire al contagio e visitare le bellezze artistiche della città lagunare. Arrivato ad Egna (BZ), dovette percorrere un antico sentiero fino a Pochi di Salorno per giungere a Segonzano. Le strade principali erano infatti impraticabili per via delle frequenti alluvioni dell’Adige, all’epoca sprovvisto di argini. Grazie ai numerosi acquerelli realizzati durante il viaggio, è stato possibile stabilire con certezza il tragitto del Dürer, che oggi si può percorrere attraverso il cammino a lui dedicato: 39 km tra le province di Bolzano e Trento, attraversando i territori di 6 comuni, di cui 5 piccoli.
Punto di partenza del cammino è il Klösterle di San Floriano, frazione del comune di Egna, antica struttura del XII secolo che ospitava i viandanti. Probabilmente Dürer soggiorno qui, oppure nello splendido centro storico di Egna. Inserito tra i “borghi più belli d’Italia”, il paese conserva il suo fascino medievale, grazie ai portici degli edifici in stile veneziano.
Dal Klösterle si sale fino all’altipiano della frazione di Laghetti, dove in primavera si può ammirare il panorama dei meli in fiore. Superato il Rio Lauco su un ponte in pietra detto “romano” – alto 10 metri e la cui costruzione attuale, su un precedente ponte in legno, risale al 1800 – si attraversa una pianura prima di risalire fino a Pochi, frazione di Salorno, comune dove sorge l’omonimo castello. Edificato su un altissimo sperone di roccia nel 1200, è stato restaurato nel 2003 e oggi è visitabile.
Lasciata Pochi, si passa per l’antico mulino ritratto da Dürer nel suo acquerello “Mulino ad acqua con disegnatore”, diventato il logo ufficiale del Sentiero.
Dal mulino, una volta superato il rio Geaderlebach su un ponte di legno, ci si incammina tra vigneti e frutteti fino a raggiungere il rifugio/malga Sauch, nel comune di Giovo, che da oltre 60 anni, a fine settembre, ospita la più antica festa dell’uva del Trentino, con degustazioni di vini, appuntamenti culturali e una sfilata di carri allegorici.
Dal rifugio si prosegue entrando in un bosco di faggi dove si trova un antico roccolo (struttura di alberi piantati e potati in modo da costruire una sorta di trappola che consentiva ai cacciatori di catturare gli uccelli), per arrivare al Lago Santo di Cembra Lisignago.
In questi luoghi l’artista dipinse il Welsch Pirg, noto come Paesaggio Alpino, conservato a Oxford.
Superato Cembra, paese che dà il nome all’intera valle, citato per la prima volta da Paolo Diacono nel 590 in relazione all’invasione dei Franchi, si passa per Faver: da qui si possono già ammirare le Piramidi di Segonzano, spettacolari formazioni di roccia alte fino a 40 metri, frutto dell’erosione delle acque su antichi depositi morenici.
L’ultima tappa è quella del Castello di Segonzano, che sorge a picco sul torrente Avisio. Oggi il castello è in rovina, ma è possibile osservarlo nel suo antico splendore attraverso due acquerelli di Dürer, che vi soggiornò durante il suo viaggio.
Questo contributo fa parte della rubrica Cammini d’Italia, parte del rapporto Piccoli Comuni e Cammini d’Italia, realizzato da Fondazione Symbola e Fondazione IFEL.
Progetto grafico a cura di Bianco Tangerine.