I numeri del turismo a picco per l’emergenza Covid. Ma nel “buco nero” emerge un segmento: quello del turismo “lento”. Il successo della guida curata da Symbola e Ifel e presentata da Repubblica.
E’ stato un anno nero per il turismo. E non poteva essere diversamente. I numeri diffusi recentemente dall’Enit sono spietati: sei turisti stranieri in meno su dieci, una riduzione di qualcosa come 165 milioni di pernottamenti. Le stime parlano chiaro: le casse sono rimaste desolatamente vuote, la perdita per il settore ammonta a poco meno di 70 miliardi. Ma c’è un segmento che, malgrado tutto, ha retto. E anzi, ha registrato numeri record. Quello del turismo alternativo, la montagna, i cammini d’Italia, mai come quest’anno così affollati. Senza, per altro, problemi di assembramento, visto che all’aria aperta, negli spazi infiniti che solo il territorio italiano sa offrire, qualsiasi direttiva anti-Covid è stata sicuramente rispettata.

Il presidente dell’Enit Giorgio Palmucci è convinto che, seppur faticosamente, una via d’uscita dalla crisi c’è: “L’Italia resta ai primi posti per viaggiatori d’oltreoceano, quelli che spendono di più e tradizionalmente affollano il nostro Paese alla ricerca di arte e storia – spiega il presidente Giorgio Palmucci – Questo contributo, com’è ovvio, quest’anno è mancato. Ma in compenso si sono innescati fenomeni compensativi: gli italiani hanno riscoperto luoghi che, magari, avevano trascurato. Il turismo “lento”, sostenibile, quello dei piccoli borghi e dei cammini ha registrato pienoni impensabili fino a poco tempo fa. Da qui bisogna ripartire, in attesa che l’emergenza dia una tregua”.