Nel 2018 il numero dei green jobs in Italia ha superato la soglia dei 3 milioni: 3.100.000 unità, il 13,4% del totale dell’occupazione complessiva. Sono cresciuti di oltre 100mila unità, con un aumento su anno del +3,4% rispetto al +0,5% delle altre figure professionali. Le imprese della green economy sono più resilienti: nel 2020, hanno registrato perdite di fatturato inferiori alle altre. E ancora: siamo il primo Paese europeo per numero di aziende agricole impegnate nel biologico dove sono saliti a ben a 80.643 gli operatori coinvolti (dato sul 2019).
Numeri, dati, ma anche esperienze di buone pratiche, sono contenuti nelle 330 pagine del rapporto «GreenItaly» di Fondazione Symbola e di Unioncamere – promosso in collaborazione con Conai, Ecopneus e Novamont, con la partnership di Centro Studi delle Camere di Commercio Guglielmo Tagliacarne srl ed Ecocerved – che misura e pesa la forza della green economy nazionale. Un report che mostra quanto e come il nostro Paese sia all’avanguardia in Europa per quanto riguarda la green economy. Il sistema italiano è tra i leader in Europa in eco-efficienza, parametro che tiene conto di quattro fattori: materie ed energie utilizzate, produzione di rifiuti ed emissioni atmosferiche. In eco-efficienza siamo terzi in classifica dopo Lussemburgo e Irlanda, ma siamo il primo tra i grandi Paesi.
Ci confermiamo il campione europeo nell’economia circolare e nell’efficienza dell’uso delle risorse.L ’Italia è prima per tasso di riciclo dei rifiuti sul totale rifiuti: siamo al 79,3 per cento davanti a Francia (55,8%) e Regno Unito (50,5%) e ben al di sopra della media europea (39,2%). Non solo. Complessivamente, la sostituzione di materia seconda nell’economia italiana comporta un risparmio potenziale pari a 23 milioni di tonnellate equivalenti di petrolio e a 63 milioni di tonnellate di Co2.