L’Italia è il Paese europeo con il maggior numero di imprese in ambito Design (34.000 mila), che offrono occupazione a 64.551 lavoratori e generano un valore aggiunto superiore a 3 mld di euro. Non solo. Il nostro Paese contribuisce al 14,8% del giro d’affari a livello Ue, dietro a Regno Unito e Germania, ma il 53,4% del nostro tessuto imprenditoriale è frammentato tra liberi professionisti e piccolissime imprese.
Emerge dal report ”Design Economy 2020” presentato dalla Fondazione Symbola, Deloitte Private e Poli.design, da quest’anno con il supporto di Adi, Cuid e Comieco e il Patrocinio del Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale. Il settore del design in Europa conta un numero di imprese pari a circa 217mila unità. L’Italia, con quasi 34.000 mila imprese, rappresenta circa il 15,5% dell’intero sistema del design comunitario, collocandosi saldamente al primo posto per numero di imprese, davanti a Germania e Francia. Il primato del nostro Paese, che offre impiego a 64.551 lavoratori con un valore aggiunto superiore a 3 mld di euro, è in parte attribuibile al forte legame tra design e made in Italy, ma è caratterizzato anche ad un’eccessiva frammentazione della struttura imprenditoriale nazionale. Quest’ultimo fattore spiega come mai, nonostante un primato in termini di numero di aziende, Germania e Regno Unito registrino un livello di occupazione e un volume d’affari superiori a quelli italiani. Infatti, il complesso dei Paesi Ue registra un volume di vendite pari a 27,5 miliardi di euro, e l’Italia ne alimenta da sola il 14,8%, in terza posizione dietro al Regno Unito (24,5%) e alla Germania (16,4%), ma largamente davanti a Francia (9,2%) e Spagna (4,6%). I settori industriali italiani che fanno maggiore ricorso al Design sono: legno arredo, abbigliamento e automotive.