La riapertura di teatri, musei e degli altri luoghi della cultura e dello spettacolo resta ancora in forse e a poco serve l’ingaggio di «Bauli in piazza», l’associazione che raccoglie i tecnici e le maestranze del mondo dello spettacolo, nella gestione logistica della campagna vaccinale anti Covid, se proprio Maurizio Cappellini, direttore di produzione di concerti e tesoriere dell’associazione che aveva portato i propri bauli neri vuoti in pi azza Duomo a Milano in segno di protesta, afferma in un’intervista che il 25% dei professionisti della musica live ha già abbandonato questo lavoro.

I ristori per il settore sono stati predisposti e inviati, ma non sempre sono arrivati a destinazione, perché se c’è una cosa che il 2020 ha evidenziato, sono le carenze normative di un settore tanto fruttuoso quanto variegato. Secondo l’indagine condotta da Fondazione Symbola e Unioncamere solo in Lombardia il settore cultura e spettacolo produce più di 25,4 miliardi di euro e conta 365 mila addetti, collocando la regione ai vertici del panorama culturale italiano. Milano si conferma prima su entrambi gli indicatori economici, con incidenze intorno al 10%, mentre a Bergamo il settore pesa per il 5% sull’economia provinciale e occupa il 5,6% degli addetti. Nonostante questo si sono dovute moltiplicare le iniziative a favore dei lavoratori dello spettacolo, non ultima il crowdfunding di «Scena Unita» che punta a raccogliere un milionedi euro afavore delle piccole imprese e degli indipendenti del settore, promosso da Intesa Sanpaolo con un finanziamento iniziale di 250 mila euro.