Ma serve una politica industriale che faciliti le aggregazioni tra Pmi. Se ne parla oggi alla Green Week (Parma)
Ci troviamo davanti ad una sfida per certi versi analoga a quella che 1oo anni fa visse Henry Ford: rendere la mobilità – oggi sostenibile – accessibile a gran parte della popolazione. Ma il contesto è molto diverso, caratterizzato dalla simultaneità di tante crisi: da quella pandemica, che ha compresso il mercato mondiale dell’automobile, passato dalle circa 64 milioni di immatricolazioni del 2019 ai 54 milioni del 2020, a quella climatica, che spinge i governi verso misure sempre più restrittive sulle emissioni incoraggiando lo sviluppo di veicoli sostenibili, come quello elettrico attualmente favorito, ma non unico. A queste, si è aggiunta la crescita dei costi delle materie prime, +9o% a
maggio, e la crisi dei chip con i conseguenti stop produttivi. Una tempesta perfetta per il settore, che si muove tra la necessità di investire ingenti risorse per l’elettrificazione, bassi margini, un quadro tecnologico ancora indefinito che suggerisce cautela e un approccio aperto e multi-tecnologico alla transizione ecologica. Intanto, grazie alle misure di incentivazione e alla disponibilità di veicoli a prezzi più accessibili, è cresciuto il mercato delle auto full-electric e ibride plug-in, che, nel 2020 hanno costituito circa i14,2% del mercato globale, doppiando la quota 2019. L’Europa, che si è data obiettivi sfidanti nella lotta alla crisi climatica prima con il Green Deal e ora con il Next generation EU, vuole giocare un ruolo di primo piano.