“Questo codice è una dimostrazione della nostra consapevolezza della necessità di agire con urgenza, e della convinzione che ognuno di noi è indispensabile per l’altro e che tutti abbiamo una responsabilità nei confronti delle generazioni future”. Così troviamo scritto tra le primissime righe del Codice di Interdipendenza, un documento redatto da Chiesi Farmaceutici insieme alle sue consociate e ai fornitori strategici. Sembra quasi l’incipit di un manifesto socio-culturale, e in parte lo è, perché il Codice sottolinea in maniera tangibile un cambio di rotta che porta a superare un modello basato unicamente su accordi di mercato, per costruire invece un ecosistema con tutti gli attori che hanno relazioni stabili con l’impresa. Il Codice diventa quindi un documento costitutivo, che segna la nascita della comunità di “persone Chiesi” – interne all’azienda, i dipendenti, ed esterne, ovvero fornitori strategici e partner – che insieme mirano al conseguimento degli obiettivi di sviluppo sostenibile nell’industria farmaceutica. Lanciato a gennaio 2020, il Codice è organizzato in aree tematiche e ognuna di queste rispecchia 9 dei 17 Sustainable Development Goals (SDGs) dell’Agenda di Sviluppo Sostenibile 2030, intercettati da Chiesi come i più rilevanti per il settore, in linea con la PSCI (Pharmaceutical Supply Chain Initiative) e l’Organizzazione Internazionale del Lavoro. Partendo da qui l’impresa ha iniziato una fase di dialogo con i propri partner e fornitori strategici, che costituiscono circa l’80% della spesa globale, così da definire insieme i parametri per superare in maniera vincente le sfide da affrontare: un lavoro non semplice, considerando che parliamo di fornitori appartenenti a contesti diversi dal punto di vista geografico, culturale e legale. Anche per questo motivo gli articoli del Codice sono articolati in due sezioni per ogni area tematica: “requisiti obbligatori”, ovvero il livello minimo a cui attenersi durante tutte le attività del business, e “azioni di miglioramento”, linee guida per anticipare le future declinazioni del documento. L’obiettivo non è quello di raggiungere unicamente gli obiettivi proposti dalle istituzioni, ma riuscire dove possibile ad alzare l’asticella con soluzioni ancora più stringenti delle direttive stesse. Chiesi attraverso il Codice si pone sul mercato come un vero e proprio “challenger”. Il documento è stato concepito come un testo dinamico che deve essere migliorato continuamente, in un percorso condiviso graduale ma sfidante, senza mettere in difficoltà i partner e allo stesso tempo accompagnandoli verso una crescita collettiva e consapevole di tutta la filiera. Nonostante abbia appena soffiato la sua prima candelina, il Codice di Interdipendenza sta già vivendo una prima revisione che a fine 2021 sfocerà in una nuova versione, con l’approfondimento di diverse aree tematiche che verranno dettagliate o introdotte ex novo. Questo processo di revisione, che darà, tra gli altri, particolare attenzione ai temi della diversità e inclusione, diritti umani, gestione sostenibile dei sub fornitori, filiera trasparente, è accompagnato da una piccola rivoluzione interna che l’azienda sta attuando per migliorare il confronto continuo con il suo panel fornitori, accrescendo questo percorso che mette al centro collaborazione, comunicazione aperta e apprendimento reciproco. Inoltre l’impresa ha avviato un monitoraggio per rendere manifesti i primi risultati positivi già generati dal Codice: la formalizzazione di questo ecosistema ha convinto diversi fornitori che hanno deciso di diventare a loro volta Società Benefit o iniziare il percorso per ottenere la certificazione B Corp. Chiesi è il più grande gruppo farmaceutico ad aver ottenuto la certificazione B Corp. Diventando nel 2018 Società Benefit, inoltre, Chiesi ha rivisto il proprio Statuto, includendo oltre al profitto obiettivi volti a creare un impatto positivo sui pazienti, le persone, i partner, l’ambiente e le comunità in cui opera. Un’azione importante intrapresa dalla prima azienda farmaceutica italiana per numero di brevetti rilasciati ogni anno e detentrice di oltre 4.000 brevetti internazionali; con una presenza diretta in 30 Paesi e una rete di distribuzione che raggiunge oltre 90 nazioni. A questo, si aggiunge un impegno importante nella ricerca tanto da coprire il 20% del fatturato, che nel 2020 ha superato i 2 miliardi di euro. L’R&D Industrial Scoreboard 2019 della Commissione europea ha posizionato Chiesi al quinto posto tra tutte le aziende italiane per investimenti in ricerca, prima se si considerano solo le aziende farmaceutiche.