Nel 1963 a Cremona il giovane imprenditore Giovanni Arvedi ha dato vita alle sue prime due aziende specializzate in tubi saldati in acciaio al carbonio, da cui è nato il Gruppo Arvedi. Divenuta oggi una tra le realtà siderurgiche più importanti d’Europa, con ricavi per circa 4 mln € e oltre 3600 dipendenti, Arvedi vuole rendersi protagonista della sfida lanciata dalle istituzioni per una riduzione dell’impatto di un settore che pesa particolarmente sull’ambiente.

L’acciaio è uno dei materiali più riciclati al mondo e anche uno di quelli che meglio riesce a mantenere le proprie caratteristiche dopo il trattamento. Arvedi ha l’obiettivo di raggiungere una produzione basata su oltre il 75% di materie prime riciclate entro il 2023, implementando l’impiego di rottami di ferro nella produzione. Oltre il 95% degli scarti e rifiuti dell’azienda sono già recuperati: le scorie nere del processo di fusione, utilizzate come sottoprodotto al 98%, sono destinate al settore costruzione, mentre le scorie bianche, recuperate al 40%, sono impiegate per la stabilizzazione dei terreni. L’azienda, rispetto agli impianti convenzionali del settore, utilizza il 50% in meno di acqua. Inoltre, nella sezione Arvedi Tubi Acciaio il materiale viene continuamente trasformato in nuovi prodotti e gli scarti reimmessi nel ciclo di produzione di nuovo acciaio, a promozione di un processo del tutto circolare.
Arvedi ha da poco perfezionato un finanziamento di 110 mln di € dalla Banca Europea degli Investimenti per attività di ricerca e sviluppo nel campo dell’economia circolare e della produzione di energia rinnovabile.