Il 25 marzo i ragazzi del clima scendono in piazza anche contro la guerra al fianco del popolo ucraino. Il movimento ambientalista legato a Greta Thunberg nato per difendere la Terra dal cambiamento climatico torna a farsi sentire per ribadire con ancora più fermezza l’importanza di ridurre le emissioni nocive e sostenere un modello energetico sostenibile. Lo sciopero globale per il clima coinvolgerà soprattutto i giovani preoccupati per un futuro sempre più incerto e un pianeta messo a dura prova. Lo slogan della giornata è chiaro e non lascia spazio a incertezze: “People Not Profit”, per indicare come la salute delle persone e dell’ambiente venga prima di qualsiasi interesse economico.
Si sta facendo troppo poco per combattere il climate change ed è necessario un nuovo modello socio-economico in grado di indirizzare il cambiamento e promuovere la sostenibilità. Come ha dichiarato Ermete Realacci, presidente della Fondazione Symbola, “la crisi climatica è sotto gli occhi di tutti e per questo le nuove generazioni hanno deciso di scioperare sostenendo il Climate Strike dei Fridays for future per dare un chiaro segnale alla politica affinché si prendano impegni concreti per il clima. Si può rispondere alla crisi climatica con un’economia più a misura d’uomo e per questo in grado di affrontare il futuro come è scritto nel Manifesto di Assisi. Accelerare la transizione verde e sostituire i combustibili fossili affronta la crisi energetica prodotta dall’invasione dell’Ucraina. Esiste già oggi un’Italia che, per dinamiche spesso non collegate a leggi o a norme, affronta la sfida alla crisi climatica.
Sono 441 mila, secondo il rapporto GreenItaly della Fondazione Symbola e di Unioncamere, le imprese che negli ultimi cinque anni hanno scommesso sulla green economy. E sono quelle che crescono di più, innovano di più, producono più posti di lavoro. La generazione Greta non ha bisogno di carezze ma di azioni concrete, dell’impegno dell’Europa, di un’Italia che fa l’Italia”.