Quello dello smaltimento dei rifiuti derivanti da costruzione e demolizione è uno dei problemi irrisolti dell’edilizia moderna.
La necessità di avere cantieri più sostenibili è particolarmente sentita nel ventunesimo secolo e compartecipa a determinare l’innovatività delle realizzazioni.

Per cercare una possibile soluzione, il dipartimento di Ingegneria dell’Università degli Studi di Palermo è partner del progetto Re-Med.

L’ateneo siciliano (12.000 iscritti l’anno, 40 corsi di laurea, 40 master e 29 scuole di specializzazione) è beneficiario di una somma, stanziata per lo sviluppo di tecnologie innovative, di 431.000 euro. La ricerca rientra nell’ambito del Programma Bacino del Mediterraneo ENI CBC Med, un’iniziativa di cross border cooperation finanziata dall’Unione Europea per 209 milioni di euro e finalizzata a combattere il cambiamento climatico e la disuguaglianza sociale nel bacino del Mediterraneo.

In particolare, gli ingegneri dell’Unipa lavorano per la realizzazione di un impianto di trattamento e riciclo dei rifiuti di costruzione e demolizione. L’idea è quella di perfezionare il processo di trasformazione dei materiali inerti per convertirli in risorse utilizzabili per la realizzazione di infrastrutture viarie. Non a caso Re-Med prevede anche la realizzazione di un tratto stradale attraverso l’utilizzo della più alta percentuale possibile di rifiuti convertiti. Questa best practice potrebbe rappresentare una soluzione fattibile per incentivare il riciclo e la valorizzazione dei materiali di risulta, riducendo l’impatto ambientale del settore edile.