Il design italiano, come evidenziato dalle precedenti edizioni di questo rapporto, rappresenta una parte importante del design europeo, per numero di imprese (una su sei è italiana), livelli di occupazione e volume d’affari generato. Il settore trova nel 2020, primo anno di pandemia la prima battuta di arresto dopo dieci anni di crescita: il valore aggiunto diminuisce di 564 milioni di euro e il numero degli occupati è in contrazione di 2.620 unità.
In termini dinamici il valore aggiunto generato dal settore decresce nel 2020 del -18,0% (-7,2% relativamente al totale economia), portando il tasso di crescita annua in campo negati- vo (-0,6%). L’occupazione diminuisce (-4,1%) ad un tasso doppio rispetto alla media generale (-2,1%).Tuttavia, il successo della campagna vaccinale, l’adozione di politiche economiche espansive e l’avvio del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR) hanno rafforzato le aspettative di ripresa della seconda metà del 2021, con stima degli impatti ancora difficile da percepire rispetto alle precedenti ondate.
A confermarlo una nostra rilevazione condotta tramite interviste nell’autunno 2021. Il 40,5% dei soggetti intervistati prevede di accrescere il proprio fatturato nel 2021 rispetto al 2020, il 36,7% ne prevede una equivalenza mentre il fatturato è atteso in diminuzione per il 22,8% degli intervistati. Maggiore pessimismo si manifesta nelle micro imprese rispetto alle imprese di più grandi dimensioni e nei progettisti.
Le prospettive per il 2022 sono ancora più rosee: il 64,9% degli intervistati, infatti, sostiene che il fatturato crescerà nel 2022 rispetto all’anno precedente; così si esprime il 75,5% delle piccole e medie imprese e più del 61,0% delle micro imprese come anche il 58,0% dei progettisti.
Fonte: Elaborazioni Fondazione Symbola, Deloitte Private su dati ISTAT