Si può dire che il laboratorio di robotica dell’Università di Verona sia nato sotto una buona stella.

Altair (A Laboratory for Teleoperation and Autonomous Intelligent Robots) prende infatti il nome da una stella della costellazione dell’Aquila. Fondato nel 2000, il laboratorio studia in particolare sistemi robotici non convenzionali per i campi della chirurgia, dell’assistenza, dell’interazione uomo-robot, lavorando sugli algoritmi di controllo, sugli ambienti di simulazione e sui sistemi di visione per la formazione in campo chirurgico e la chirurgia robotizzata.

Combinando le tecnologie per l’acquisizione di immagini già esistenti e la robotica nasce un nuovo strumento per la diagnosi del tumore al seno.

Altair partecipa al progetto MURAB (MRI and Ultrasound Robotic Assisted Biopsy) avviato nel 2016, il cui obiettivo è migliorare la precisione delle biopsie combinando immagini a ultrasuoni e da risonanza magnetica raccolte da un robot.

Una sonda mossa da un braccio robotico scansiona il seno mentre un sensore di pressione rileva i dati sulla durezza del tessuto. Grazie alle immagini e ai dati raccolti, il software crea un modello 3D restituendo la posizione precisa del nodulo e l’angolazione ottimale attraverso la quale effettuare la biopsia.

Il robot si colloca quindi nella corretta posizione e il medico può inserire l’ago attraverso la guida fino alla profondità indicata.