COMUNICATO STAMPA

SOLUZIONI E TECNOLOGIE PER I PICCOLI COMUNI E LE AREE MONTANE PROMOSSA DA FONDAZIONE SYMBOLA, FONDAZIONE HUBRUZZO, FONDAZIONE CARIPLO NELL’AMBITO DELL’OSSERVATORIO OFFICINA ITALIA

 

44 BUONE PRATICHE RELATIVE AD 11 AMBITI: AGRICOLTURA, AGROALIMENTARE, CULTURA E TURISMO, ENERGIA, GESTIONE DELLE ACQUE, GESTIONE DELLE FORESTE, INTERCONNESSIONE E NETWORKING, MOBILITÀ, PREVENZIONE E SICUREZZA, SCUOLA E FORMAZIONE E MOBILITÀ, SERVIZI ALLA COMUNITÀ

 

L’USO DELLA TECNOLOGIA È IL FATTORE ABILITANTE DELLE COMUNITÀ SOSTENIBILI

 

HANNO A CHE FARE CON I PICCOLI COMUNI IL 92% DELLE DOP E IGP ITALIANE: UN PATRIMONIO DI BIODIVERSITÀ E CULTURA VALORIZZATO DALLE NUOVE TECNOLOGIE

IL TURISMO È IL VOLANO DELLE AREE MONTANE SE È COLLEGATO AD UNA FILIERA AGROALIMENTARE E/O CULTURALE

 

REALACCI (FONDAZIONE SYMBOLA): “NEL GRANDE MOSAICO DI UN’ECONOMIA A MISURA D’UOMO, COME RECITA IL MANIFESTO DI ASSISI, NECESSARIA PER CONTRASTARE LE SFIDE CHE ABBIAMO DAVANTI COME LA PANDEMIA, LA CRISI CLIMATICA E LA DRAMMATICA CRISI PRODOTTA DALL’INVASIONE DELL’UCRAINA, LE 44 TESSERE PRESENTATE IN QUESTO RAPPORTO CONFERMANO IL CONTRIBUTO DECISIVO CHE PUÒ VENIRE DAI TERRITORI E DALLE COMUNITÀ. C’È UN’ITALIA CHE SFIDA LE CRISI, COMPETE E SI AFFERMA SENZA PERDERE LA PROPRIA ANIMA. I PICCOLI COMUNI SONO PARTE IMPORTANTE DELLA NOSTRA IDENTITÀ. MI SONO BATTUTO PER AVERE UNA LEGGE SUI PICCOLI COMUNI E ORA C’È. UN COMUNE È IL SUO CAMPANILE, LA SUA COMUNITÀ, I SUOI SERVIZI. SERVONO SCUOLE, UN NUOVO MODELLO DI SANITÀ, UFFICI POSTALI, PICCOLI ESERCIZI COMMERCIALI, BANDA LARGA ANCHE PER ATTRARRE I GIOVANI E CREARE NUOVE IMPRESE: UN’ECONOMIA PIÙ FORTE PROPRIO PERCHÉ PIÙ A MISURA D’UOMO. UN’ITALIA CHE FA L’ITALIA E SI MUOVE ENTRO LE CHIAVI PROPOSTE DAL NEXT GENERATION EU PER AFFRONTARE LA CRISI E RILANCIARE L’ECONOMIA: COESIONE, TRANSIZIONE VERDE E DIGITALE”.

 

SORLINI (FONDAZIONE CARIPLO) “STIAMO RISCOPRENDO IL VALORE DELLE COMUNITÀ LOCALI, VERO SNODO CRUCIALE E STRATEGICO DELLA NOSTRA SOCIETÀ. SPECIALMENTE LE PICCOLE COMUNITÀ, A VOLTE MICRO, RACCHIUDONO IN SÉ IL TESORO DELLE RELAZIONI, CHE SE VENGONO A MANCARE INTERROMPONO IL FLUSSO NATURALE DELLE COSE, PROPRIO COME LE INFRASTRUTTURE FISICHE, ABBIAMO BISOGNO DI INFRASTRUTTURE SOCIALI. È IMPORTANTISSIMO SVILUPPARE RICERCHE E ATTIVITÀ CHE ABILITINO LE TECNOLOGIE COME PERNO SU CUI COSTRUIRE PROCESSI DI SVILUPPO; ALLO STESSO TEMPO DOBBIAMO LAVORARE SUL FATTORE UMANO CHE RESTA QUELLO PIÙ IMPORTANTE, SENZA IL QUALE LE TECNOLOGIE RISCHIANO DI ILLUDERE, SE NON DI FALLIRE”.

 

GALBIATI (HUBRUZZO): “IL RAPPORTO TECNOLOGIE E SOLUZIONI PER I PICCOLI COMUNI, SI INSERISCE NELL’AMBITO DELL’ATTIVITÀ DELL’OSSERVATORIO DI OFFICINA ITALIA: INIZIATIVA SOSTENUTA ANCHE DA HUBRUZZO FONDAZIONE INDUSTRIA RESPONSABILE. CON QUESTA RICERCA COSÌ COME CON ALTRE SINORA REALIZZATE, INTENDIAMO FAVORIRE E PROMUOVERE PROGETTI DI SVILUPPO LOCALE, A PARTIRE DALL’ABRUZZO, CON L’INTENTO DI ESSERE D’ISPIRAZIONE PER TUTTE LE REGIONI ITALIANE. LE AREE INTERNE DEL NOSTRO BEL PAESE, OGGI INTERESSATE DA PROCESSI DI INDEBOLIMENTO ECONOMICO, SOCIALE E DEMOGRAFICO, DOVRANNO RIGENERARSI ANCHE SULLA BASE DI NUOVE FORMULE IMPRENDITORIALI CAPACI DI CONIUGARE ECONOMIA CIRCOLARE, COESIONE SOCIALE ED ETICA D’IMPRESA”.

 

Milano, 20 giugno 2022. “Soluzioni e Tecnologie per i Piccoli Comuni e le aree montane” è un rapporto che si inserisce nell’ambito dell’attività dell’Osservatorio di Officina Italia, promosso da Fondazione Symbola, Fondazione Hubruzzo con il patrocinio di Fondazione Cariplo, ANCI, Uncem, Touring Club Italiano, Fondazione Garrone, Federparchi, Coldiretti, Legambiente, Ance,  CNA PCC, CNI, CNGG, Mobility in Chain, Linfa, Andropolis, Comunità Montana Valle Trompia, CGIL, CISL, UIL, ed è stato presentato oggi da Ermete Realacci, presidente della Fondazione Symbola; Claudia Sorlini, vice presidente Fondazione Cariplo; Raffaele Cattaneo, Assessore all’Ambiente e Clima Regione Lombardia; Raffaello Vignali, direttore scientifico PoliS-Lombardia; Domenico Sturabotti, direttore della Fondazione Symbola; Marco Bussone,  presidente UNCEM.

 

Il rapporto riprende e sviluppa l’esperienza decennale maturata nelle ricostruzioni dell’Appennino centrale prima con Officina L’Aquila per il sisma del 2009 e poi con Ricostruire il Piceno, Abitare l’Appennino per il sisma 2016/17 – affronta il tema delle aree del Paese interessate da processi di indebolimento economico, sociale e demografico. È un rapporto coerente con la filosofia della legge Realacci (158/2017) sulla valorizzazione dei piccoli comuni, che rimane ancora largamente inapplicata ma che indica proprio nei territori cosiddetti “marginali” un punto di forza per il futuro dell’Italia. La messa in sicurezza del territorio rappresenta infatti una condizione fondamentale ma non sufficiente per assicurare condizioni di abitabilità in contesti interessati da antiche e nuove vulnerabilità; da quelle sismiche e idrogeologiche a quelle ambientali conseguenti agli effetti della crisi climatica. Un territorio rappresentativo di realtà prevalentemente montane ed alto collinari – che interessa ben il 66,8% della superficie nazionale non riconducibile a periferia delle grandi conurbazioni urbane – chiamate a svolgere un ruolo decisivo nella risposta alle sfide poste dalle crisi climatica e pandemica; dalle politiche di mitigazione legate alle opportunità offerte dall’economia circolare a quelle di adattamento necessarie per continuare ad assicurare l’erogazione di servizi ecosistemici, fino alla costruzione di nuovi equilibri territoriali e sociali capaci di innalzare il livello di anti-fragilità delle nostre società.

“Nel grande mosaico di un’economia a misura d’uomo, come recita il Manifesto di Assisi, necessaria per contrastare le sfide che abbiamo davanti come la pandemia, la crisi climatica e la drammatica crisi prodotta dall’invasione dell’Ucraina – dichiara Ermete Realacci, presidente della Fondazione Symbola – le 44 tessere presentate in questo rapporto confermano il contributo decisivo che può venire dai territori e dalle comunità. C’è un’Italia che sfida le crisi, compete e si afferma senza perdere la propria anima. I piccoli comuni sono parte importante della nostra identità. Mi sono battuto per avere una legge sui piccoli comuni e ora c’è. Un comune è il suo campanile, la sua comunità, i suoi servizi. Servono scuole, un nuovo modello di sanità, uffici postali, piccoli esercizi commerciali, banda larga anche per attrarre i giovani e creare nuove imprese: un’economia più forte proprio perché più a misura d’uomo. Un’Italia che fa l’Italia e si muove entro le chiavi proposte dal Next Generation EU per affrontare la crisi e rilanciare l’economia: coesione, transizione verde e digitale”.

“Stiamo riscoprendo il valore delle comunità locali – dichiara Claudia Sorlini, vicepresidente di Fondazione Cariplo – vero snodo cruciale e strategico della nostra società. Specialmente le piccole comunità, a volte micro, racchiudono in sé il tesoro delle relazioni, che se vengono a mancare interrompono il flusso naturale delle cose, proprio come le infrastrutture fisiche, abbiamo bisogno di infrastrutture sociali. È importantissimo sviluppare ricerche e attività che abilitino le tecnologie come perno su cui costruire processi di sviluppo; allo stesso tempo dobbiamo lavorare sul fattore umano che resta quello più importante, senza il quale le tecnologie rischiano di illudere, se non di fallire”.

 

“Il Rapporto Tecnologie e soluzioni per i piccoli comuni, si inserisce nell’ambito dell’attività dell’Osservatorio di Officina Italia: iniziativa sostenuta anche da Hubruzzo Fondazione Industria Responsabile” – dichiara Sergio Galbiati, presidente della Fondazione Hubruzzo – “Con questa ricerca così come con altre sinora realizzate, intendiamo favorire e promuovere progetti di sviluppo locale, a partire dall’Abruzzo, con l’intento di essere d’ispirazione per tutte le regioni italiane. Le aree interne del nostro Bel Paese, oggi interessate da processi di indebolimento economico, sociale e demografico, dovranno rigenerarsi anche sulla base di nuove formule imprenditoriali capaci di coniugare economia circolare, coesione sociale ed etica d’impresa”.

 

Attraverso la presentazione di 44 buone pratiche relative ad 11 ambiti – prevenzione e sicurezza, gestione delle acque e servizio idrico, energia, agricoltura, foreste, agroalimentare, cultura e turismo, interconnessione e networking, servizi alla comunità, scuola e formazione e mobilità – dal rapporto emerge come l’innovazione sia una chiave per la trasformazione delle sfide in opportunità per contesti depositari di un immenso patrimonio storico, artistico, ed enogastronomico, della quasi totalità delle aree protette italiane, in cui abbondano risorse boschive ed idriche. Una nuova civitas che nasce da una visione circolare dell’economia e della società in grado di rivitalizzare territori e comunità, anche grazie al ripensamento e rafforzamento dei servizi al cittadino – primi tra tutti quelli sanitari, scolastici e di trasporto necessari a rendere migliore la vita delle persone – coerente con la visione e gli obiettivi della legge Realacci (158/2017) per il sostegno e la valorizzazione dei piccoli comuni.

Il rapporto è ampio sia dal punto di vista delle tecnologie che dei soggetti presi in esame: dalle strategie promosse da soggetti pubblici e privati, università, centri di ricerca e start up promotrici di innovazioni e studi, per arrivare alle realtà non-profit. Un panorama dal quale emergono il ruolo cruciale, la funzione rigenerativa – anche rispetto alle città – e la spinta verso il futuro dei territori. Sono state selezionate esperienze e soluzioni persino futuribili, come alcune applicazioni della blockchain o dei big data per il monitoraggio dei territori e la semplificazione dell’apparato burocratico o per migliorare la tracciabilità delle filiere agroalimentari. Tre i parametri chiave adottati: il primo territoriale relativo alla loro applicabilità nelle aree meno densamente abitate e urbanizzate; il secondo riguarda l’innovatività (digitale, tecnologica o di modello); il terzo attiene alla replicabilità. Si tratta di soluzioni human centered che vedono l’uso della tecnologia principalmente come fattore abilitante delle comunità, sostenibili dal punto di vista ambientale ma anche per facilità d’uso e convenienza. Elaborate e realizzate in larga parte nei piccoli comuni si tratta di soluzioni che possono trovare un’applicazione nei diversi contesti montani e in particolare nell’Appennino centrale interessato dal Programma unitario di intervento per le aree del terremoto del 2009 e 2016 previsto dal Fondo complementare al Piano Nazionale Ripresa e Resilienza (PNRR). Molto significativo è anche il patrimonio enogastronomico: delle 293 DOP e IGP mappate da Fondazione Symbola e Coldiretti sul territorio nazionale, ben 270 coinvolgono i piccoli comuni (92,2%), filiere produttive locali valorizzabili attraverso l’introduzione di tecnologie, meccaniche e digitali, che contribuiscono a ridurre i costi, a fornire strumenti di tracciabilità e di valorizzazione, promozione e vendita dei prodotti. Una rivoluzione tecnologica che consente di reimpostare nuovi mestieri legati al contesto locale, aumentandone il valore aggiunto.

 

Delle 44 buone pratiche relative ad 11 ambiti diversi qui ne raccontiamo alcune in sintesi. Le altre si possono leggere nel rapporto integrale

 

AGRICOLTURA:

Humus Job è una startup innovativa a vocazione sociale nata nel marzo 2019 in Valle Grana (CN) rappresenta il primo servizio in Italia di job sharing agricolo: attraverso la formula del contratto di rete e la condivisione della manodopera, l’azienda incentiva tra le piccole aziende agricole l’assunzione di personale con contratti regolari. Il contratto di rete è un’idea ancora poco diffusa, perfetta per territori agricoli ad alta frammentazione, perché risponde a un bisogno reale delle aziende.

 

Winnica è un veicolo terrestre in grado di muoversi autonomamente ed operare nel vigneto, in fase avanzata di sviluppo da parte di BluHub ed e-Novia in col­laborazione con Politecnico di Milano. Questo sistema, una volta realizzato ed integrato ad un modulo di gestione, sarà in grado di lavorare in autonomia e di collaborare con l’agricoltore nelle operazioni che si effettuano in vigna come, ad esempio, i trattamenti e le concimazioni, le principali lavorazioni del terreno, e la raccolta dell’uva con bracci robotici guidati da un sistema di visione che individua il punto corretto di taglio del grappolo. I territori vitivinicoli italiani (dalle pianure costiere fino a notevoli altitudini) sono particolarmente variegati e la produzione è orientata ad ottenere una qualità sempre maggiore; questo fatto, unito ad una diponibilità di manodopera qualificata sempre più scarsa, li rende particolarmente recettivi a soluzioni robotiche che supportino il lavoro in vigna e portino benefici a tutto tondo, in primis in termini di miglioramento della sicurezza e della sostenibilità. I test in campo di questo sistema sono già iniziati in Abruzzo, quinta regione d’Italia per produzione di vino (circa 3,3 milioni di ettolitri nel 2021, il 6,6% della produzione nazionale).

 

AGROALIMENTARE:

Il Gruppo Caviro è la più grande cooperativa vinicola italiana, composta da 12.400 soci viticoltori ed è, di conseguenza, il vigneto più grande d’Italia in grado di produrre il 10% del totale della nostra uva da vino, ben 615.000 tonnellate l’anno, è un esempio virtuoso di economia circolare: infatti dagli scarti agricoli vengono gene­rati alcol etilico di origine agricola, poli­fenoli, enocianina utilizzati per la produ­zione di prodotti farmaceutici, cosmetici, alimentari e agronomici.

CULTURA E DEL TURISMO:

Revelia è una piattaforma web accedendo alla quale si può sce­gliere data e ora di visita, aggregarsi a gruppi esistenti o crearne uno proprio e permette l’accesso a luoghi culturali in modalità on demand, ovve­ro su prenotazione, in maniera tale da rendere sostenibili i costi di gestione e garantire il controllo dei flussi di pub­blico, limitando ai canali web e social la comunicazione e la disseminazione dei contenuti culturali. È stata progettata per l’atti­vazione di ambienti 3D di mixed reality (combinazione di virtuale e realtà effet­tiva) in cui una guida è fisicamente presente nel sito ed è seguita in re­moto dal gruppo di utenti che ha acqui­stato il servizio.

Muse On è la guida multimediale numero uno in Europa: è attiva in più di 35 siti e ha raggiunto quasi 290 mila utenti. È stata sviluppata da iThalìa srl una startup innovativa a vocazione sociale nata nel 2016 che ha sede a Bologna. Le caratteri­stiche che rendono unica l’app Muse­On e interessante per i piccoli comuni sono il funzionamento indipendente da internet, minimo consumo di batte­ria e di memoria, altissima velocità nel caricamento dei contenuti come video in alta definizione, audio, immagini e testo, economicità di sistema.

ENERGIA:

La Valle di Primiero è un territorio mon­tano di circa 780 kmq situato in provin­cia di Trento. Legambiente l’ha dichiara­ta territorio 100% rinnovabile. La Valle ha infatti raggiunto l’autonomia ener­getica grazie all’idroelettrico: l’energia prodotta da 9 centrali è pari a 10 volte il consumo annuo e alimenta anche 23 impianti di risalita del comprensorio sciistico. Ha inoltre realizzato due im­pianti innovativi di teleriscaldamento a biomassa legnosa, differenzia l’82% dei rifiuti prodotti e ha attuato diversi pro­getti di mobilità sostenibile. Sono pre­senti nella Valle 5 ciclostazioni di bike sharing con 24 mountain bike elettriche a pedalata assistita e 16 colonnine pub­bliche per la ricarica dei veicoli. Anche presso molte delle strutture ricettive sono presenti punti di ricarica.

GESTIONE DELLE ACQUE:

Il territorio dell’Italia Centrale è sotto­posto ad eventi di crisi idrica che ten­dono a ripetersi regolarmente, con un periodo di ritorno prossimo ai 5 anni. Dopo il terremoto del 2016 nelle Mar­che il problema della sicurezza acque­dottistica delle infrastrutture si è acuito, a causa dei danni provocati dal sisma: impossibilità di raggiungere le sorgen­ti e intere tubazioni portate via dalle frane. Questo ha reso indispensabile una riorganizzazione dell’intera infra­struttura idrica regionale. Così nasce il progetto dell’Anello Acquedottistico Antisismico dei Sibillini, un modello in­novativo, il primo in Europa, a cui han­no partecipato tutte le autorità di ambi­to delle Marche, a partire dalla CIIP di Ascoli Piceno. La progettazione della nuova infrastruttura è iniziata nel 2017, la fase di progettazione preliminare si concluderà tra la fine del 2021 e l’inizio del 2022; l’opera, il cui valore comples­sivo è di circa 225 milioni di euro, do­vrebbe essere completata entro il 2026.

GESTIONE DELLE FORESTE:

IT FOR IT è una piattaforma web di compravendita del legname veneto. Il progetto ha dato luogo alla creazione di un Portale del legno per la Regione Ve­neto (https://www.portalelegnoveneto.it) che raccoglie le offerte di vendita di lotti boschivi da parte di enti locali e proprietà collettive per dare trasparenza e aumentare la competi­tività degli operatori del settore. Si è creato così un sistema di e-commerce e tracciamento del prodotto che con­sente di superare la frammentazione dell’offerta creando un collettore e ge­store di dati forniti dalle imprese bo­schive, vincendo l’incertezza delle indu­strie secondarie in merito alla garanzia di approvvigionamento del materiale legnoso e facilitando la ricerca di lotti e assortimenti lignei da parte di imprese del settore primario, segherie, falegna­merie e industrie del legno.

INTERCONNESSIONE E NETWORKING:

Durante il lockdown ben 6,58 milioni di italiani hanno sperimentato lo smart working e al termine dell’emergenza si stima che gli smart workers che man­terranno, completamente o in parte, questa modalità di lavoro saranno pari a 5,35 milioni (dato decuplicato rispet­to ai circa 570 mila lavoratori prima della pandemia). Per agevolare questo processo Open Fiber e South Working nel 2021 hanno siglato un memoran­dum d’intesa per diffondere la cultura digitale tra cittadini e amministratori e favorire iniziative pubbliche e priva­te volte allo sviluppo del lavoro agile soprattutto in aree, come quelle mon­tane, spesso svantaggiate in termini di densità abitativa e connettività, ma che offrono contesti e strutture di altissimo pregio storico-culturale che si prestano bene alle attività di lavoro agile, spesso a poco meno di un’ora dall’aeroporto più vicino. Attualmente sono 24 le strut­ture attive nei piccoli comuni italiani di­sponibili per i lavoratori intenzionati a operare secondo i principi dello smart working.

MOBILITÀ:

Il progetto Linking Valdera è stato av­viato per volere dai sindaci dei comuni della Valdera, tra cui Peccioli e Ponte­dera, messo a punto da MIC – Mobili­ty in Chain e Nomisma, e vede il coinvolgimento attivo della cittadinan­za. Un metodo di lavoro prima di tut­to che sta permettendo di mappare, misurare e circoscrivere nel territorio le esigenze di spostamento e quindi di testare e sperimentare le soluzioni più adatte. Quattro le direttrici su cui si sta sviluppando il progetto. Dalla riorganiz­zazione dei servizi di trasporto che inte­grano un sistema ad alta frequenza di fondo valle con un sistema on demand a chiamata per i comuni montani, alla trasformazione della viabilità esistente rendendola ciclo-pedonabile, dotando così la valle di una infrastruttura capil­lare per la micromobilità per residenti, sportivi e turisti, oltre ad hub di aggre­gazione sociale nei punti di interscam­bio.

PREVENZIONE E SICUREZZA:

PriMo, acronimo di Private Mobile è una rete mobile tra­sportabile per emergenze: un software piccolo e leggero, un cubo di 80 centi­metri per lato che entra in funzione in soli 30 minuti, in grado di fornire con­nessione veloce di ultima generazione in un’area circoscritta. PriMo è stato progettato e implementato da Athonet, startup vicentina nata nel 2005, selezio­nata da Enel per il progetto Enel Lab un incubatore di impresa, ed è stato utilizzato per la prima volta in un con­testo di emergenza dopo il terremoto dell’Emilia del 2012, nel comune di Mi­randola. Ricorrere a questo software ha permesso alla Protezione Civile di orga­nizzare i soccorsi al meglio, garanten­do un canale di comunicazione solido e stabile, agli sfollati di poter comunicare e tranquillizzare i propri cari sulla loro sicurezza, e anche di installare un siste­ma di videosorveglianza per il controllo del campo e del paese, per evitare il fe­nomeno dello sciacallaggio. Soluzioni come Athonet, insignita della medaglia del Presidente della Repubblica per me­riti nel settore digitale, possono inoltre aiutare anche la diffusione a basso co­sto di internet e la banda larga in zone rurali o remote.

 SCUOLA E FORMAZIONE:

L’amministrazione comunale di Pacen­tro (AQ) nel 2015 ha avviato un pro­cesso di progettazione partecipata per realizzare il nuovo plesso scolastico; il precedente era stato compromesso dal sisma del 2009. La progettazione ha vi­sto coinvolta l’intera comunità che ha collaborato con l’architetto Mario Cu­cinella, LAP Laboratorio di Architettura Partecipata, ActionAid, l’associazione VIVIAMOLAq e INDIRE. L’idea di progetto nasce dalla volontà di creare un luogo d’incontro, condivisio­ne e scambio di idee: la rivisitazione di una grande piazza, un cultural center, a disposizione della comunità nel corso dell’intera giornata. Da questa idea in­clusiva deriva la forma circolare dell’e­dificio, di circa 800 mq, inserito nella natura fino a mimetizzarsi nel paesag­gio appenninico. Il cuore della nuova scuola sarà un atrio circolare attorno al quale si posizioneranno una serie di spazi flessibili, modificabili grazie a pareti scorrevoli.

 

Il Digital Scho­ol Bus, un laboratorio itinerante unico al mondo, che dal 2022 sta portando la didattica digitale in 21 plessi della scuo­la primaria e secondaria di primo grado nell’Appennino Parmense e Piacentino. Grazie alla partecipazione attiva degli in­segnati sostenuti da specifici programmi di formazione, i ragazzi imparano a pro­durre contenuti digitali con strumenti di altissimo livello tecnologico: dai visori di realtà aumentata, ai robot rover, dai droni alle action cam, passando per set luci con green screen per effetti cinema­tografici, studio audio per web radio e podcast, iPad e strumenti di creatività. Il mini-pulmann elettrico, finanziato con risorse nazionali nell’ambito di Appen­nino Smart, permetterà di ridurre le di­stanze territoriali, contrastare il divario digitale, la dispersione scolastica e a garantire uguali diritti a tutti i cittadini, anche a quelli che vivono in montagna, nelle periferie o in zone poco popolate, senza lasciare indietro nessuno.

 

SERVIZI ALLA COMUNITÀ:

Il programma di tele­medicina InTouch Health finanziato con un investimento di circa 630.000 euro da parte della Regione Abruzzo fa sì che i pazienti degli ospedali di comunità di Guardiagrele e Casoli, due comuni della provincia di Chieti in Abruzzo, hanno la possibilità di essere visitati dai medici specialisti degli ospe­dali di Chieti e Lanciano senza però doverci andare di persona. Il siste­ma si basa su una tecnologia certificata come dispositivo medico di classe IIA, dispositivi a rischio medio: è un device dotato di comunicazione audio-video bidirezionale ad alta risoluzione che permette ai medici di interagire con il paziente e il personale sanitario fisica­mente presente. Il sistema può anche essere connesso con altri dispositivi come ecografi, ecocardiografi, derma­toscopi, oftalmoscopi, otoscopi o an­che un sistema di telecardiologia, in modo tale che lo specialista possa assi­stere all’esame da remoto, effettuare la diagnosi ed emettere il referto. La possibilità di visitare i pazienti a di­stanza ha più di un vantaggio sia per la salute dei pazienti che in termini di organizzazione delle strutture sanitarie.

Il progetto Linfa è inserito all’interno del progetto AttivAree Valli Resilienti, nell’ambito del programma intersetto­riale AttivAree di Fondazione Cariplo. Nasce dalla cooperativa sociale Andropolis, lo è a sua volta ed è an­che una cooperativa di comunità. Linfa è un’app per acquisti online di beni e servizi (spesa, medicinali, prestazioni sanitarie), ma è anche un’innovazione tecnologica costruita e pensata come progetto territoriale, che ha come obiet­tivo la valorizzazione delle botteghe dei piccoli borghi e delle risorse umane che operano sul territorio. Le piccole botteghe, che hanno partecipato ad un percorso di coprogettazione per costru­ire la piattaforma, sono state trasfor­mate in veri e propri negozi multifun­zione, nei quali è possibile acquistare prodotti e servizi, ricevere informazioni turistiche, ritirare lettere o pacchi posta­li e prenotare la consegna a domicilio dei farmaci.

 Il rapporto si può scaricare su new.symbola.net