La Costituzione e l’ambiente ci indicano la strada Le imprese italiane che negli ultimi cinque anni hanno fatto più investimenti che riguardano la tutela del territorio vanno poi meglio anche in termini di innovazione, di produzione, di lavoro e anche di reazione alla crisi. Perché per le aziende fare del bene fa bene anche a loro stesse Ermete Realacci, ambientalista e politico, ha promosso e presiede Symbola, la Fondazione per le qualità italiane. La sua visione sulla sostenibilità aziendale è illuminante rispetto al valore che le aziende possono portare alla società civile, perché la novità di questi anni è, come sostiene, che «essere buoni oggi conviene. Le aziende e la società hanno un ruolo fondamentale per cambiare rotta, ma lo devono fare insieme. La sfida imposta dalla pandemia e la spinta verso un’economia più a misura d’uomo si incrociano 59 (Y1 per far cambiare rotta al sistema costituito. E in questo sistema il protagonismo delle imprese è cruciale, soprattutto in Italia. Perché le scelte aziendali possono essere sostenibili, se non si è pigri nella lettura della realtà». Come sottolinea Realacci, «proprio l’Italia, spesso in assenza di una rotta coordinata dall’alto, ha saputo difendere le sue doti di innovazione, di qualità, di capacità di produrre cose belle che piacciono al mondo; il nostro Paese è in prima linea». E aggiunge: «La prospettiva di un’economia più a misura d’uomo può essere sfruttata dal Paese grazie alla nostra cultura antica e alla sua grande esperienza nell’economia circolare. Recuperiamo quasi il doppio delle materie prime rispetto alla media europea, molto più della Germania. E questo ci fa risparmiare 23 milioni di tonnellate di petrolio e 63 milioni di tonnellate di CO2 ogni anno. Un terzo delle imprese italiane negli ultimi cinque anni ha fatto investimenti che riguardano la tutela dell’ambiente, e quelle che si sono impegnate vanno meglio in termini In so di innovazione, produzione, lavoro e anche di reazione alla crisi. Se fare bene nei confronti dell’ambiente fa bene anche alle aziende stesse, la scelta è scontata». Una scelta che è perfettamente in linea con un cambiamento istituzionale epocale: «La recente approvazione a larghissima maggioranza di una modifica alla nostra Carta Costituzionale, che inserisce l’ambiente tra i valori da tutelare, è molto importante, ed è altrettanto significativo che questo inserimento sia avvenuto proprio nell’articolo 9. Questo infatti, già adesso, metteva insieme ricerca, cultura, paesaggio e patrimonio storico e culturale: c’è stato un forte dibattito in costituente su questo aspetto e alla fine l’articolo 9 ha messo questa tutela sotto la responsabilità non dello Stato, ma della Repubblica. Questa scelta è una chiamata alla responsabilità di tutte le istituzioni, ma anche della società e del mondo economico che insieme devono lavorare per la protezione di questi valori fondanti della nostra Costituzione». La tutela passa necessariamente attraverso una sinergia forte tra aziende e persone: «Per l’ambiente, l’impegnativa sfida a cui siamo chiamati, e in cui tutta l’Europa è coinvolta, è rilanciare la nostra economia partendo dalla coesione, dalla transizione verde e dal digitale. È una sfida che richiede l’impegno di tutti. Per questo è importante che si mettano in movimento in questa direzione anche le grandi imprese, come McDonald’s. Al di là delle scelte di vita e di consumo di ognuno di noi, non si può non valutare positivamente questa scelta dell’azienda. E noi come fondazione Symbola siamo lieti di avere McDonald’s tra i nostri soci». Perché l’impegno non sia solo ideale, servono però obiettivi e strategie efficaci nella realtà: «È fondamentale che un’azienda come McDonald’s si incammini su questa strada non solo con princìpi, ma anche con atti concreti. Penso in particolare a quanto viene fatto a sostegno delle persone e delle famiglie più deboli, che sono aumentate durante la pandemia, collaborando in maniera intelligente e continua in tante parti d’Italia con soggetti come Banco Alimentare, Comunità di Sant’Egidio e Caritas. Come pure è di grande interesse che ci sia l’impegno di tutelare e valorizzare la filiera dei prodotti italiani o di muoversi verso il recupero totale dei rifiuti con sistemi avanzati di riciclabilità. È anche attraverso queste scelte concrete che si cambia in meglio la nostra società e si aiuta un percorso che, come dice il progetto della NextGenerationEu e, come ha ricordato lo stesso presidente Sergio Mattarella nel suo primo discorso di insediamento, vuol rendere più forte e più a misura d’uomo la nostra economia, scommettendo e puntando sulla coesione, la transizione verde e il digitale. Coesione significa anche non lasciare solo e indietro nessuno, in particolare coloro che sono in situazioni di nuove difficoltà. Transizione verde significa anche utilizzo di nuove risorse sostenibili e riduzione dei consumi energetici. Strada che penso McDonald’s voglia intraprendere».