Estratto del capitolo “Dalle pratiche alle politiche. Verso un approccio eco-sistemico” di Io sono Cultura.

Il perdurare della pandemia ha accelerato a livello globale l’emersione di fenomeni di malessere individuale e sociale che hanno radici nelle ultime due decadi.  Secondo le statistiche diffuse nel mese di aprile scorso per l’Italia, nel 2020 e nel 2021, la quota di persone a rischio di depressione era rispettivamente del 39% e del 40%, a fronte di una media del 27% per entrambi gli anni nei 15 Paesi OCSE. La fragilità dell’architettura sociale e i processi di individualizzazione e di impoverimento nell’esperienza umana sono esplosi sotto l’impatto del Covid-19, e molte sono ancora le ferite invisibili. La crisi indotta dai fattori sanitari, economici, e sociali viene vissuta come un fallimento individuale, dal risultato scolastico alla perdita del lavoro. Il disagio sta emergendo, profondo e diffuso, con lacerazioni in ogni fascia sociale, ma soprattutto con un addensamento di segnali di allarme sul ben-essere della popolazione più vulnerabile, in primis bambini e giovani, come emerge dal Rapporto ISTAT BES-Benessere equo e sostenibile, con un declino significativo della loro salute mentale e della loro soddisfazione per la qualità della vita. Lo scenario di long covid emotivo, alimentato dalla costante incertezza e acuito dalle nubi della politica internazionale, mina l’espressione della piena potenzialità di ogni persona, strettamente connessa al ben-essere biopsicosociale di ogni individuo, e mentale come risorsa positiva individuale e per lo sviluppo collettivo. Alla profondità della complessità fa da contraltare una tangibile energia trasformativa, in ogni settore, che almeno in parte costituisce un lascito positivo della pandemia. Cenni, per quanto timidi e parziali di un cambio di atteggiamento e di visione si leggono anche nelle agende politiche, favoriti dalle condizioni abilitanti di investimenti europei senza precedentiAi bisogni emergenti corrisponde una straordinaria fioritura di pratiche, variamente organizzate, di impegno civile, di prossimità e comunità: una visione di commoning che ha come perno la cura e la condivisione dei beni comuni, in cui la salute è vista come tale, come compito di ogni politica, nelle dimensioni urbane e metropolitane, come nelle aree interne. Si configura (e continua a configurarsi) un fenomeno di innovazione sociale basato su una partecipazione democratica di straordinaria potenzialità, che sta andando oltre la sperimentazione. Lo vediamo già con chiarezza nella città di Bologna, fucina di cambiamento sociale e di immaginazione civica, in cui forme di empowerment trovano spazio nel disegno delle politiche pubbliche, muovendo dallo spontaneismo a processi deliberativi. La risposta che si sta concretizzando al welfare state in crisi, di matrice riparativa, è un modello di welfare di comunità generativo, in cui i processi e i linguaggi culturali che attivano partecipazione, inclusione, presupposti per il ben-essere sono una risorsa. Anche nel mondo culturale, investito nella propria identità dai cambiamenti sociali, si percepiscono qui e là salti di scala. Sta prendendo corpo la prospettiva di impatto che abbiamo delineato nelle due edizioni precedenti del Rapporto Symbola, con la grande sfida del contribuire alla qualità sociale. Permangono ampie differenze di accesso alla partecipazione, ma tante biblioteche, musei, teatri, organizzazioni e imprese culturali stanno ripensando alle proprie relazioni con i pubblici, dentro e fuori le loro mura, non solo in dimensioni sempre più phigital, ma anche nei luoghi della vita, innovando nei processi, nelle strutture, nelle competenze. Sembrano manifestarsi nuove piste per vivere la complessità: l’ibridazione delle competenze con la nascita di nuovi profili professionali, la creazione di relazioni sistematiche e sistemiche tra settori, presupposto di politiche di nuova generazione che guardano alla cultura come un elemento costitutivo.

Continua a leggere il capitolo da p. 38 a 44 su Io Sono Cultura 2022, la ricerca realizzata con Unioncamere, Regione Marche, in collaborazione con l’Istituto per il Credito Sportivo.