Non è solo la chiave del fair play nei dibattiti, è la base nell’ecosistema necessario a far funzionare organizzazioni complesse di Nicola Saldutti 99 Nella quotidianità, il rispetto è anche centrale nella relazione tra tempo lavorativo e tempo personale e su come spendere al meglio il proprio tem digitale Fiuna parola antica, che si utilizza spesso per descriverne l’assenza con frasi del tipo «non c’è più rispetto». Quando appare nelle conversazioni, talvolta sembra fare sempre riferimento ad un tempo passato, nostalgia per qualche cosa che c’era e non c’è più. Se ci pensate bene, ognuno di noi ha un suo codice che gli altri infrangono quando pensiamo che non ci stiano rispettando. Come alzarsi sull’autobus per lasciare il posto. Eppure questa parola può trasformarsi da semplice prescrizione, regola di comportamento, in un modo di stare al mondo. Soprattutto in un mondo che corre veloce e cambia continuamente i suoi codici, che sia la generazione Z, che siano i millenial. la rispetto diventa non solo un modo di vivere ma anche una chiave attraverso la quale trasformare il modo di costruire possibilità, ascoltare gli altri. La tavola rotonda-incontro che si terrà al teatro dell’Arte della Triennale sabato io settembre alle 14 vorrebbe tentare di esplorare queste possibilità, dal talento, alle parole, all’ambiente, al tempo. Le cornici del nostro vivere dentro le quali il rispetto si può perdere, accantonare, oppure costruire. Basta ripensare alle immagini di alcuni dibattiti televisivi nei quali le persone intervistate fanno fatica a lasciare concludere le frasi oppure all’invasione digitale delle connessioni senza limiti (con comunicazioni talvolta non proprio necessarie). La slam poetry di Lorenzo Mascheroni aprirà la conversazione con le suggestioni che il rispetto evoca. E poi, sul palco, la conversazione (una delle palestre più complicate per esercitare il rispetto verso gli altri) con protagonisti esponenti di mondi diversi, dalla formazione alla banca, dalla sostenibilità alla tecnologia. Partiamo dalle parole, dal modo nel quale rispondiamo all’altro o, vicerversa, non lo facciamo. In questo viaggio ci accompagnerà la sociolinguista Vera Gheno, che dialogherà proprio sull’importanza del rispetto che diventa concreto anche soltanto con una frase detta in un modo anziché in un altro. Cose che talvolta ci sembrano talmente semplici ma che consentirebbero di cambiare molto. Un rispetto che potremmo definire ordinario, quotidiano. Con Ermete Realacci, presidente di Symbola, passeremo al tema dell’ascolto. L’ascolto reciproco e quello del grido che ci viene dal Pianeta. Per i cinesi orecchio e cuore hanno la stessa radice, dunque l’ascolto è cosa più complicata del semplice sentire. Con Fabio Vaccarono, amministratore delegato di Multiversity indagheremo l’importanza del rispetto del tempo, nella relazione tra tempo lavorativo e tempo personale, ma anche nel rapporto tra tempo e tecnologia, come spendere bene il proprio «tempo digitale». Un grande amplificatore delle proprie energie, delle proprie forze ma allo stesso momento una fonte di dispersione da controllare. E poi con Paola Profeta (Università Bocconi) la riflessione su due piani: il rispetto dei propri talenti, la loro scoperta, la capacità di metterli a frutto e la valutazione del merito come forma più alta della considerazione della persona, valutata per quello che esprime, che può offrire (non solo sul mercato). E il condirettore generale di Banco Bpm Salvatore Poloni su due parole che rappresentano due architravi per la società civile, sempre più frammentata: il rispetto e la cooperazione come ecosistema per far funzionare organizzazioni complesse, come una banca. Come si fa a lavorare insieme se non c’è rispetto? Quali sono le tendenze del mondo del lavoro, uno di quegli ambiti sottoposti alle maggiori pressioni, ai maggiori cambiamenti. E proprio qui i segnali sono forti: la cooperazione nelle strutture complesse come chiave per l’ottenimento anche di migliori risultati economici.