l sistema creativo vale circa 410 milioni di euro MASSIMO BRANCATI POTENZA. L’ex ministro Tremonti disse che «con la cultura non si mangia». Pur avendo aggiustato il tiro, qualche anno dopo, rispetto a quella dichiarazione, ha ispirato il titolo del libro di un altro ex ministro, Dario Franceschini, e, soprattutto, indispettito quanti lavorano in questo settore. E sono tanti. Anche in Basilicata, regione in cui il turismo culturale che ha decretato il successo di Matera 2019 per dirla con le parole di Rosa Gentile della Confartigianato di Basilicata rappresenta il simbolo che cultura e bellezza sono tratti identitari radicati nella società e nell’economia. Certo che la cultura può dare da mangiare. Lo sanno bene gli 8.400 lucani che operano nel comparto e che rappresentano il 4,8 % del totale degli occupati. Lavorano in un sistema produttivo culturale e creativo che realizza poco più di 410 milioni di euro di valore aggiunto (il 3,6 % del totale dell’economia regionale). Sono dati che emergono dal rapporto «Io sono cultura», arrivato alla dodicesima edizione, realizzato da Fondazione Symbola e Unioncamere, con la collaborazione del Centro Studi delle Camere di commercio Guglielmo Tagliacarne, insieme a Regione Marche e Istituto per il Credito Sportivo. Il numero complessivo di imprese che fanno parte a pieno titolo del pianeta cultura in Basilicata sono 1.934 a cui aggiungere 421 organizzazioni non-profit sempre del settore creativo. Esprimono, sia pure solo parzialmente, la rilevanza che assume l’imprenditoria culturale nel territorio lucano. Il presidente nazionale Unioncamere Andrea Prete sottolinea la necessità di insistere su questo terreno per amplificare il suo potenziale: «Il rilancio di questo articolato universo di aziende passa per una rinnovata attenzione alla sostenibilità, ambientale e sociale; una dimensione sempre più digitale integrata a quella fisica, cosiddetta phygital, dei servizi; una crescente integrazione di settori, canali e contenuti». Rosa Gentile, che è anche presidente del Comitato Imprenditoria Femminile Cciaa Basilicata, sottolinea i significati del rapporto «Io sono cultura» che oltre alla presenza crescente di imprese femminili analizza tutte quelle attività economiche che producono beni e servizi culturali («core»), ma anche tutte quelle attività che non producono beni o servizi strettamente culturali, ma che utilizzano la cultura come input per accrescere il valore simbolico dei prodotti, quindi la loro competitività (nello studio vengono definiti «creative-driven»). All’interno del «core» coabitano attività molto diverse tra loro, accomunate dalla produzione di contenuti culturali e creativi. Dalle attività di conservazione e valorizzazione del patrimonio storico-artistico (musei, biblioteche, archivi, monumenti), alle arti visive e performative (teatri, concerti). A queste si aggiungono settori che operano secondo logiche «industriali» (musica, videogame, software, editoria, stampa), quelle dei broadcaster (radio, televisione), fino ad arrivare ad alcune attività appartenenti al mondo dei servizi (comunicazione, architettura, design). E veniamo ai dati. In Basilicata le attività «core» realizzano 160 milioni di euro (1,4 del totale dell’economia regionale) e le attività «creative driven» oltre 250 milioni (il 2,2 %). L’apporto in occupazione: 3.900 unità (1,9 % sul totale comparti economici) per il «core» e 4.500 unità (il 2,1%) per il «creative driven». SASSI Il turismo culturale ha decretato il successo di Matera capitale europea della cultura. Proprio sulla cultura la Basilicata scommette per creare sviluppo e posti di lavoro.