Il sistema lombardo delle imprese culturali creative (Icc) è, per organizzazione e numeri, il primo in Italia. Il dato emerge dal rapporto annuale della Fondazione Symbola. A commentare i risultati lombardi ci ha pensato l’assessore Stefano Bruno Galli. Prima di entrare nello specifico, però, proviamo a dare qualche numero inerente al settore. A livello nazionale questo sistema culturale offre lavoro a quasi un milione e mezzo di persone un dato pari al 5,8% dell’occupazione -. Di questi 343mi1a solo in Lombardia. Dal punto di vista economico, invece, il settore in regione vale qualcosa come 23,7 miliardi di euro. Dato che incide per il 6,8% sull’economia italiana. Ovviamente Milano è prima nella classifica delle province che producono ricchezza e occupazione con cultura e creatività. E in Lombardia è seguita a mota da quella di Monza e Brianza. Un risultato che secondo il report di Symbola è dovuto soprattutto alla bontà degli investimenti istituzionali sulla dimensione creativa. Una circostanza che, come ovvio, inorgoglisce e non poco Stefano Bruno Galli: «Nel 2019 il mio assessorato ha investito 4,5 milioni di euro nelle Imprese culturali creative, che sono una vera e propria eccellenza lombarda. Basti pensare che una su tre nasce e cresce nella nostra regione. Un dato impressionante superiore di 10 punti percentuali rispetto alla media nazionale e che ci consente di superare anche il Lazio». Spiega Galli che questo investimento, in realtà, fa parte di una «visione» complessiva del settore culturale, che ha avuto un altro momento topico nella creazione del bando “Innova Musei”: «Durante il lockdown ho avuto modo di constatare che il sistema museale lombardo era poco sviluppato dal punto di vista tecnologico e informatico». Da qui l’idea del bando con una dotazione importante: una decina di milioni: metà arrivano da Regione Lombardia, un 25% da Fondazione Cariplo e l’altro 25% da Unioncamere. La «visione» però non si ferma qui. «Abbiamo selezionato 18 Imprese culturali creative e 18 musei dei 205 regionali che avevano voglia da farsi “ribaltare come un calzino”. Così abbiamo incrociato queste due realtà spiega Galli e tra un mesetto circa ho in programma di organizzare una giornata di studi per presentare questi 18 progetti». Galli sul tema fa anche una precisazione importante: «È giusto svecchiare i musei, ma facendo attenzione a non violentare l’immenso patrimonio culturale che abbiamo in Lombardia. Per capirci fa un esempio l’assessore quando sono andato a Dubai per l’Expo, ho assistito all’inaugurazione del “museo del futuro”. Ecco, noi non abbiamo bisogno di queste cose. È giusto innovare, ma con giudizio, altrimenti si rischia di fare danni e basta. Tornando ai numeri del 2021, Galli ha dato anche quelli degli ingressi lombardi. Al primo posto c’è la Triennale con 441.749 visitatori, seguito dal Vittoriale (179.047), dal Museo della Scienza e Tecnologia (143.040). Poi tutti gli altri. A questo proposito, però, c’è un dato curioso: la Triennale ha una percentuale di ingressi a pagamento del 43%. In pratica sei visitatori su dieci entrano gratis. Un dato che si discosta molto da quello degli altri musei: al Vittoriale paga il 95,6% dei visitatori e al Museo della Scienza il 94,98%. La ripresa del 2021 è una buona notizia, soprattutto dopo quello che era successo nel 2020, con la pandemia che aveva bloccato la locomotiva lombarda anche nel campo culturale. Il calo di introiti e visitatori in quell’anno era stato superiore al 75%, tanto che nel commentare i dati l’assessore Galli aveva usato il termine: «bollettino di guerra». In quell’occasione lo stesso Galli era stato profetico. «Ora è il momento di ripartire aveva detto -, puntando tutto sul potenziamento dell’attrattività degli istituti e dei luoghi della cultura in Lombardia». Una promessa mantenuta e certificata dai dati di Symbola.