Cultura, valore aggiunto per 3,2 miliardi di euro a pagina 5 Il valore aggiunto Bergamo e Brescia: la cultura genera 3,2 miliardi di euro Oltre 3,2 miliardi di euro di valore aggiunto (i13,7% di quanto sviluppato in Italia) e 55.70o persone occupate nel settore (il 3,8% del totale nazionale). Sono le dimensioni che il settore culturale ha assunto nelle province di Bergamo e Brescia, che fra tre mesi inaugureranno insieme il loro anno da Capitale italiana della Cultura. Evento che, tra l’altro, è nelle primissime posizioni in Italia anche per sviluppo delle istituzioni culturali e delle attività capaci di allineare imprenditoria e proposte creative, con un valore rispettivamente di i miliardo 490 milioni di euro (il 3% del totale nazionale) e i miliardo e 766 milioni di euro (il 4,4% del comparto). Bergamo e Brescia, quindi, secondo lo studio «Io sono Cultura» di Fondazione Symbola e Unioncamere, rappresentano il quarto polo culturale in Italia per valore aggiunto e occupazione. «La cultura è un elemento decisivo per la crescita economica dei territori evidenzia il sindaco Giorgio Gori -. In pochi anni il settore creativo ha guadagnato una posizione di primo piano nel quadro già eccellente dell’economia bergamasca, in stretto dialogo con la manifattura e il turismo». Occupano le prime tre posizioni del report (che taglia il traguardo della 12esima edizione), nell’ordine, Milano (15 miliardi di valore aggiunto), Roma (quasi 12,3 miliardi) e Torino (5,4 miliardi). «Creatività e bellezza consolidano la missione del nostro Paese orientata alla qualità, all’innovazione e alla sostenibilità osserva Ermete Realacci (foto), Presidente Fondazione Symbola -. Per questo ‘Italia, e in particolare Bergamo e Brescia, possono essere protagoniste del Nuovo Bauhaus fortemente voluto dalla Commissione Europea per accompagnare e orientare la transizione verde». L’analisi della distribuzione regionale delle realtà imprenditoriali del settore culturale e creativo conferma, inoltre, il primato della Lombardia, che conta ben 57.658 imprese, pari al 21,3% dell’intero comparto. «La cultura non è, o non è più, un settore in cui si investe a fondo perduto conclude il sindaco di Brescia, Emilio Del Bono È a tutti gli effetti un settore produttivo che genera valore economico oltre che di accrescimento per coloro che ne usufruiscono».