di Paolo Pagliaro

Il nuovo governo promette molto al Paese, e il Paese per la verità non sta con le mani in mano. Oggi, mentre Meloni parlava a Montecitorio, a poca distanza la fondazione Symbola e Unioncamere presentavano il tredicesimo rapporto GreenItaly, con notizie molto positive sullo stato di salute dell’economia sostenibile. L’Italia si conferma leader nell’economia circolare – una superpotenza, ha detto Ermete Realacci – con un avvio a riciclo dell’83% dei rifiuti, trenta punti percentuali in più della media europea, venti in più della Francia o della Spagna. La capacità di valorizzare la materia a fine vita fa sì che siamo al quarto posto nel mondo nella produzione di biogas. Ci sono numeri record anche nell’ambito del riciclo industriale Il 95% del legno, ad esempio, viene riutilizzato per produrre pannelli.
Il settore della meccanica, secondo in Europa per occupati, sta facendo i conti con la carenza di materie prime ed è in cerca di soluzioni per allungare la vita utile dei macchinari, recuperare materiali, digitalizzare i processi.
Particolarmente importanti gli investimenti nel mondo delle acciaierie, anche queste sotto pressione per l’aumento dei costi del gas: da Feralpi che spende 116 milioni per dotarsi di un impianto fotovoltaico ad Arvedi prima acciaieria al mondo a raggiungere l’obiettivo di zero emissioni nette di anidride carbonica, risultato raggiunto 28 anni prima del target fissato dalla Commissione Europea. Ci sono 531 mila aziende che hanno investito in tecnologie e prodotti green e 3 milioni di persone che se ne occupano. E se nel mondo la produzione di elettricità da fonti rinnovabili e pari al 28% del totale, in Italia si è raggiunto il 36. Si potrebbe far meglio, se la burocrazia collaborasse.

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