Restano ancora frammenti della narrazione del Mezzogiorno che possono consentire di sfuggire alla situazione di “trappola del sottosviluppo” in cui si dibattono diverse aree del Sud dell’Italia. Questa trappola si alimenta mediante modeste performance del pii pro-capite, andamento flettente della produttività e costante calo dell’occupazione. Uno degli aspetti che può determinare una inversione della marginaIiz7a7ione meridionale è il potenziale di innovazione derivante dalla green economy. Recentemente Unioncamere e Centro Studi Guglielmo Tagliacarne con Fondazione Symbola hanno presentato la versione 2022 di Greenitaly, che fa il punto sulla green economy a livello nazionale e sui territori, con una visione all’intero ambito dell’economia “verde”. Ne emerge una situazione per tanti versi inedita: in primo luogo si segnala l’attenzione agli investimenti per la transizione ecologica delle imprese meridionali, con un profilo in controtendenza rispetto alla performance negativa che caratterizza altri aspetti dell’economia e delta società locale. Il 38,3% delle aziende meridionali ha già effettuato investimenti green nel periodo 2017-2021, ponendosi a ridosso del Nord-est, dove questa percentuale è di poco superiore (28,7%). Campania, Sicilia e Puglia sono nelle prime dieci posizioni della graduatoria per investimenti ecologici, concentrando quasi un quarto delle imprese investitrici, a fronte di una partecipazione al valore aggiunto nazionale e di una consistenza imprenditoriale di gran lunga più bassa.