https://tg24.sky.it/ambiente/2022/11/08/green-economy-rapporto-fondazione-symbola

L’Italia si muove verso la green economy. Nel 2021, mentre il Paese andava verso la ripresa dopo i momenti più difficili della pandemia da Covid-19, il numero di imprese che hanno investito sull’economia verde è cresciuto del 2,9%, passando dal 21,4% del 2020 al 24,3%. Si tratta del 40,6% delle aziende attive nel campo industriale e del 42,5% di quelle che operano nel settore manifatturiero. Guardando al quinquennio 2017-2021, le aziende che hanno puntato in tecnologie e prodotti attenti all’ambiente sono state 531mila, con un aumento del 51% rispetto ai cinque anni precedenti (2014-2018). Sono i dati che emergono dal tredicesimo rapporto GreenItaly, realizzato da Fondazione Symbola e Unioncamere, con la collaborazione del Centro Studi Tagliacarne e con la partecipazione, tra gli altri, di Conai, Novamont ed Ecopneus. Il report evidenzia come “le imprese eco-investitrici” vengano premiate sui mercati esteri: il 35% di queste prevede un aumento nelle esportazioni nel 2022, contro un più ridotto 26% di quelle che non hanno aperto il loro modello di business all’economia verde. In aumento anche il fatturato (+49% contro +39%) e le assunzioni (+23% rispetto a +16%). Per Ermete Realacci, presidente di Fondazione Symbola, in Italia “si coglie un’accelerazione verso un’economia più a misura d’uomo che punta sulla sostenibilità, sull’innovazione, sulle comunità e sui territori. Possiamo dare forza a questa nostra economia e a questa idea di Italia grazie alle scelte coraggiose compiute dall’Unione Europea con il Next Generation UE e al Pnrr”.

La distribuzione geografica delle aziende che hanno scelto di investire su tecnologie e prodotti green nel periodo considerato dall’analisi, con dati certi fino al 2020, vede la Lombardia in testa, grazie a più di 90mila imprese in questo settore (17% del totale nazionale). Tra le regioni più attive ci sono anche il Veneto (51.780 unità), il Lazio (49.510 unità), la Campania (circa 46mila unità) e l’Emilia-Romagna (41.850 unità). A livello provinciale il primato è per la prima volta di Roma (37.290 unità, pari al 38% delle imprese della zona), seguita da Milano (30.800 imprese, per un’incidenza del 33,8% del mondo aziendale milanese). Guardando ai diversi settori aziendali, il rapporto mette in luce come la filiera agroalimentare italiana sia diventata leader del biologico europeo, con un’incidenza sulla superficie agricola utilizzata del 17,4% (2021). Molto forte la spinta alla sostenibilità anche nel mondo dell’edilizia, dove bonus statali e incentivi fiscali hanno fatto crescere gli investimenti di riqualificazione del 25%. Bene anche la filiera arredo-casa: il 95% del legno viene riciclato per produrre pannelli per l’arredo, mentre il 67% delle imprese utilizza materie prime seconde e l’81% legno prodotto in modo sostenibile.

L’indagine si è concentrata anche su aspetti come la produzione di elettricità da fonti rinnovabili. Nel mondo, nel 2021, è stata pari al 28,3% del totale, con eolico e solare che hanno raggiunto cifre cinque volte più alte di 10 anni fa. In Italia, lo scorso anno, il 36% dei consumi elettrici è stato soddisfatto da fonti rinnovabili, con una produzione di circa 113,8 TWh. Tuttavia, fa notare il report, la potenza installata è ancora distante dai target di neutralità climatica previsti per il 2030. La nuova potenza installata nel 2021 è stata di 1.351 MW: sotto 1 GW di fotovoltaico (935 MW, 69,2% delle nuove installazioni), 404 MW di eolico – che torna appena ai livelli pre-pandemia con il 29,9% installazioni) – e 11 MW di idroelettrico (0,9%). Qualche segnale positivo arriva dal primo semestre 2022 in cui l’Italia ha comunque già connesso oltre 1 GW di potenza fotovoltaica, entrando tra i 18 Paesi al mondo a superare la soglia di 1 GW/anno. La strada da percorrere sembra però ancora lunga. A giugno 2022, Elettricità Futura ha calcolato in oltre 80 i GW da installare entro il 2030. Lo stesso governo ha supportato i dati, parlando di 70 GW da realizzare nello stesso arco di tempo.

Economia circolare e riciclo dei rifiuti

L’Italia è uno dei Paesi che fa meglio nell’ambito dell’economia circolare, con un avvio avvio a riciclo sulla totalità dei rifiuti – urbani e speciali – del 83,4% nel 2020: un risultato ben superiore alla media europea (53,8%) e a quella degli altri grandi Paesi come Germania (70%), Francia (64,5%) e Spagna (65,3%). A sottolineare il potenziale dell’Italia nella valorizzazione di materia a fine vita, anche il quarto posto al mondo come produttore di biogas da frazione organica, fanghi di depurazione e settore agricolo, dietro Germania, Cina e Stati Uniti.