Roma, 2 dic. (askanews) – Tre imprese su quattro (75%) hanno sentito parlare di comunità energetiche rinnovabili, e nella popolazione circa una persona su sei (15%). Tuttavia, è solo il 13% dei cittadini a conoscere bene il concetto di Cer, il 32% delle imprese ma ben il 47% dei referenti diocesani. È quanto emerge dal report di Fondazione Symbola, gruppo Tea e Ipsos, “Le comunità energetiche contro la crisi. Empatia, tecnologie e territori per un’economia a misura d’uomo”. Le principali opportunità nel partecipare a una Cer, secondo la popolazione, “sono il risparmio e la garanzia di indipendenza e sicurezza energetica sul territorio, citate quasi a pari merito. Anche se numericamente più marginali, non mancano le aspettative positive in termini di impatti sulla società e sull’ambiente (l’adozione di un modello più sostenibile, la lotta alla povertà energetica, il rafforzamento dei legami di comunità). Tra le imprese le principali opportunità individuate sono i vantaggi sulla bolletta energetica (62%), il ritorno in termini di immagine (25%) e la possibilità di rendere più solido il legame con la comunità locale e il territorio (20%)”. Si rileva tuttavia ancora scarsa informazione sulle modalità e sui tempi di realizzazione e sulla entità degli investimenti economici che lo strumento richiede, seguiti dalla difficoltà nel cambio di mentalità, dall’incertezza del quadro di norme e adempimenti burocratici. Aspetto che evidenzia anche la necessità di fare maggiore informazione sul tema. Tra i cittadini è il 65% a ritenere che le Cer possano essere uno strumento in grado di aiutarli nell’affrontare la crisi energetica, quota che sale al 70% tra le imprese (su questo target, 1 su 4 ritiene che le Cer diano un aiuto per superare la crisi energetica e aumentare contestualmente la propria competitività). Nel concreto, la propensione a partecipare ad una Cer raggiunge quasi il 60% tra i cittadini, 56% tra le imprese, e su entrambi i target una quota consistente, il 19%, si dichiara molto propenso