(DIRE) Roma, 2 dic. – Il 75% degli esponenti del mondo PMI ha almeno sentito parlare delle CER, anche se a padroneggiare appieno il concetto è il 32% degli intervistati. Uno su quattro non ne ha mai sentito parlare. Vengono riconosciute elevate potenzialità allo strumento: per il 70% le CER possono costituire un aiuto concreto per le imprese per far fronte alla crisi energetica. E’ quanto emerge nel Report “Le comunità energetiche contro la crisi”, che Fondazione Symbola, Gruppo Tea e Ipsos hanno presentato oggi a Mantova. Tra le opportunità/vantaggi che le CER offrono alle imprese, viene citato in primis il risparmio sulla bolletta energetica (62%). Tuttavia è forte la percezione che questo strumento possa anche dare un ritorno positivo all’impresa in termini di immagine con i vari stakeholder (25%) e creare un legame più solido con la comunità locale (20%). Dall’altra parte, i principali ostacoli alla partecipazione ad una CER riguardano in egual misura gli investimenti economici necessari per entrare a far parte di questo tipo di progetto (32%) e la complessità normative da affrontare (31%). Da non trascurare l’impatto sui modelli organizzativi (26%) ed il cambio di mentalità, quasi un cambio culturale (25%). Quasi per nessuno, tuttavia, si corre il rischio che sia solo una moda (4%). È stato indagato poi l’interesse potenziale ad entrare in una comunità energetica rinnovabile. Oltre un’impresa su due (56%) è potenzialmente interessata ad entrare a far parte di una CER. Interesse più marcato per le imprese del Centro e Sud e Isole, per quelle che stanno attraversando una fase di crescita del business, e per quelle che operano nel settore del commercio. L’interesse ad entrare a far parte di una CER è guidato principalmente dall’idea del ritorno positivo per la propria azienda (economico, ma anche in termini di immagine). Quasi uno su tre (29%), tuttavia, cita anche gli impatti positivi per ambiente e società. Per circa un intervistato su quattro, inoltre, entrare a far parte di una CER è una scelta che ha un valore strategico. La maggior parte (48%) delle PMI propense ad entrare a far parte di una CER lo farebbe in qualità di consumatore di energia, ma quasi 1 su 3 sarebbe interessato al ruolo di prosumer (che produce e consuma energia, e vende il surplus). D’altra parte, chi non è interessato ad entrare in una CER cita principalmente ragioni di incompatibilità con il business o settore dell’azienda (48%). Per il 15% degli intervistati, è una scelta priva di valore strategico. Solo il 9% ne fa un tema di mancanza di risorse economiche, il 10% di mancanza di competenze. Il ritorno economico delle CER nel lungo periodo è riconosciuto da tutti, ma solo il 41% riesce a vedere vantaggi di breve periodo in aggiunta. Infine, quasi 6 intervistati su 10 pensano che le imprese del proprio territorio siano in qualche misura in grado di fare sistema (con altre imprese, cittadini o parrocchie). Se guardiamo al futuro di questo strumento, le CER si affermeranno in Italia entro i prossimi 5 anni per il 41% degli intervistati, solo per il 12% non si affermeranno. (Fla/ Dire)