Come molte altre eccellenze del made in Italy anche la filiera legno-arredo è riuscita a chiudere un 2022 molto complesso con un significativo aumento del giro d’affari. La sfida è ora quella di mantenere una traiettoria di crescita, nonostante il rallentamento congiunturale in atto rischi di sfociare in una vera e propria recessione. Un ostacolo che si andrebbe ad aggiungere a quello del balzo delle materie prime che, per questo settore, non significa solo il caro energia ma anche la corsa del prezzo del legno, che era partita ben prima di quella dei beni energetici. Nel fronteggiare queste difficoltà la filiera legno-arredo può contare sulla forza della domanda interna, che per tutto il 2022 si è mostrata più vivace di quella esterna ed ha sostenuto la ripresa del Pii italiano. In un quadro non facile la buona notizia è che questo importante settore dell’economia tricolore – vale 49 miliardi di euro (4,7% del manifatturiero italiano), di cui 18 miliardi di euro destinati all’export, e conta 70.000 imprese per circa 290 mila addetti – è già tornato sui livelli pre-Covid nel 2021. Secondo i dati raccolti dal centro studi di FederlegnoAiTedo il fatturato alla produzione dell’intero settore, pari a 49,3 miliardi di euro, ha fatto registrare un balzo del 25,5% rispetto al 2020 e del 14% rispetto al 2019.

Nel dettaglio le esportazioni che rappresentano il 37% del fattura totale (18 miliardi di euro) sono aumentate rispettivamente del 20,6% (rispetto al 2020) e del 7,3% (rispetto al 2019), ma è stata soprattutto la dinamicità del mercato italiano, che ha sfiorato i 31 miliardi di euro grazie anche ai bonus dedicati all’edilizia  all’arredamento, a dare la spinta maggiore (più 28,7% rispetto al 2020 e più 18,4% rispetto 2019). 11 buon momento del settore è poi proseguito nel 2022, anche se
l’analisi dei singoli trimestri mostra un rallentamento della crescita. Nel periodo gennaio-marzo l’aumento del giro d’affari è infatti stato del 24,5%, a cui è seguito il più 22,2% del primo semestre e il più 17,7% del periodo gennaio-settembre. Manca ancora all’appello il dato relativo agli ultimi tre mesi dell’anno, che dovrebbe comunque confermare un trend positivo ma in ulteriore rallentamento. L’export della filiera legno-arredo, che rappresenta il 41% del totale, al 30 settembre 2022 faceva registrare un più 14% sul 2021 (era più 16,3% nei primi sei mesi 2022), mentre il mercato italiano, che rappresenta il restante 59%, ha fatto segnare un più 20,5% (era più 26,7% nei primi sei mesi). Secondo le stime dell’associazione di categoria i12022 dovrebbe essersi chiuso con un progresso del 12% rispetto ai dodici mesi precedenti. Un risultato a cui hanno contribuito in maniera differente i due sotto-settori che lo compongono: quello che FederlegnoArredo chiama il Macro sistema arredamento (Msa) è cresciuto dell’8,1%, mentre il Macro sistema legno (Msl) ha messo a segno un più 17,1%. «Purtroppo sta trovando conferma quanto avevamo detto e previsto nei mesi precedenti – afferma Claudio Feltrin, presidente di FederlegnoArredo – I segnali di rallentamento c’erano e ci sono ancora e l’incertezza dello scenario geopolitico ed economico ci costringe ad essere estremamente prudenti, pur salutando con favore la chiusura d’anno con un segno positivo
che potrebbe essersi chiuso a doppia cifra. Risultato tutt’altro che scontato che va però letto alla luce dell’effetto, ancora rilevante, dell’aumento dei prezzi delle materie prime. Se stiamo infatti assistendo a una diminuzione del costo dell’energia, che impatta positivamente sulle produzioni particolarmente energivore come i pannelli, al momento sono deboli i segnali di una diminuzione dei costi delle materie prime che vanno a comporre i nostri prodotti finali».

Secondo Feltrin va poi attentamente valutata la composizione del risultato complessivo, ovvero quanto siano effettivamente cresciuti i volumi e quanto i prezzi: «Sarà necessario capire quanto questi risultati siano davvero positivi o non nascondano in pancia gli aumenti di listino che le aziende sono state costrette ad applicare in questi mesi per i continui rincari di energiagmaterie prime», afferma. L’indice Istat dei prezzi alla produzione dell’industria evidenzia infatti chiaramente l’aumento dei prezzi per il legno, in particolare per i pannelli, che è stato del 31% nei primi tre mesi del 2022 rispetto al 2019. «Se nel 2021la crescita registrata era per 1’80/85% di tipo quantitativo e il resto dovuto agli aumenti, per 112022 temo che dovremmo invertire il rapporto. Serve pertanto prudenza – conclude il numero uno di FederlegnoArredo – Dobbiamo capire se i primi rallentamenti sono dovuti al calo di domanda, o a difficoltà di consegne stante la scarsità di materie prime o all’aumento dei prezzi, o molto probabilmente all’insieme di tutti questi fattori». E anche dal punto di vista non strettamente industriale il 2023 non si presenta facile. Nella legge Finanziaria il Bonus mobili è diventato di 8 mila euro (in realtà dal 1° gennaio il tetto sarebbe dovuto scendere da 10 mila a 5 mila, ma il limite stabilito in precedenza è stato alzato di 3 mila euro) é anche la fine del 110% andrà a impattare sugli ordini. L’altro grande ostacolo per il settore dell’arredamento è il conflitto fra Russia ed Ucraina con le relative sanzioni economiche verso Mosca: la Russia è infatti sempre stata un importantissimo mercato di sbocco per gli arredamenti italiani.