La rete degli artigiani green Ci sono quelli che in provincia di Ferrara producono artigianalmente le bocce da gioco migliori del mondo. Oppure quelli che in Gallura hanno scoperto un sistema per realizzare una tela di sughero, ultrasottile, lavorata direttamente dalla corteccia con un processo che richiede 3o passaggi. E poi quelli che lavorano il cachemire dagli scarti, e quelli dell’alimentare, degli accessori, dell’arredamento, e l’elenco è lunghissimo: è l’esercito delle quasi 5oomila piccole imprese, a volte semplici botteghe, che in Italia credono davvero nel green e che ci hanno investito tempo, soldi, tecnologia, personale, formazione. E ora stanno cominciando a raccoglierne i frutti: riunite in consorzi, distretti, federazioni, sono loro oggi ancora più che una volta l’eccellenza del Made in Italy. Lo dice una ricerca di Symbola e Confartigianato, e il tema costituisce la storia di copertina del prossimo numero di Buone Notizie, in edicola domani come ogni martedì gratis con il Corriere della Sera. Il valore della realtà descritta nel rapporto non sta tanto nel record in sé quanto nel modello di «comunità» che indirettamente rappresenta: «La vocazione delle imprese artigiane a collaborare sottolinea infatti Ermete Realacci, presidente di Symbola è il segreto della nostra capacità di creare coesione e innovazione». Nello stesso numero, appena poco più avanti, un esempio ulteriore di imprenditorialità a impatto positivo: quella di Ovidio Brambilla che nel suo Parco Ittico Paradiso, a meno di venti chilometri da Milano, ha una popolazione autoctona di storioni giganti dai quali ricava un caviale certificato come addirittura più pregiata dei migliori beluga russi. Tra le altre storie il reportage sull’accoglienza di Ravenna ai minori che la Ocean Viking aveva recuperato in mare e finalmente fatto sbarcare in Italia un mese fa: sono ancora ospitati in città grazie all’impegno di una rete di volontari. L’inchiesta di questa settimana è invece dedicata al tema dei rifiuti, partendo da un dato apparentemente negativo: dopo la pandemia abbiamo ripreso a buttare via troppo. Il bicchiere mezzo pieno però è che parallelamente siamo sempre più bravi con la raccolta differenziata: i dati Ispra dicono che l’Italia è arrivata a quota 64%, assai meglio della media europea, anche se il divario di risultati tra Nord e Sud esiste ancora e su quello bisogna lavorare. Così come c’è da lavorare sul fronte dei diritti e della tutela dei figli di genitori separati: a spiegare il perché nei dettagli è il Male Nostrum che chiude questo numero.