Esiste oggi un’Italia che fa l’Italia, pronta alla sfida della crisi climatica. È in corso un’accelerazione verso un’economia più a misura d’uomo che punta sulla sostenibilità, sull’innovazione, sulle comunità e sui territori”. Ne è convinto Ermete Realacci, Presidente di Symbola, la fondazione che dal 2005 promuove e aggrega le Qualità Italiane puntando su innovazione e sviluppo, bellezza e creatività, capitale umano e territorio. Presidente, il futuro è meno nero di quel che sembra? Se guardiamo il Paese con un occhio meno pigro e più empatico, con più simpatia, è possibile scoprire che, oltre il debito pubblico, le diseguaglianze, l’eccesso di burocrazia, l’illegalità, ci sono anche molti punti di forza che non sappiamo leggere. L’Italia, ad esempio, è capace di grandi primati nel faticoso percorso che la porta alla transizione ecologica: quelli relativi all’economia circolare, per esempio, in cui siamo leader. Siamo il paese europeo con la più alta percentuale di riciclo sulla totalità dei rifiuti, pari all’83,4%, 30 punti percentuali in più rispetto alla media europea e ben superiore a tutti gli altri grandi paesi industrializzati: risparmiamo così 23 milioni di tonnellate equivalenti di petrolio all’anno e circa 63 milioni di tonnellate di CO, equivalenti. Nel biennio 2020-2021, inoltre, in Italia il 36% dei consumi elettrici è stato soddisfatto da fonti rinnovabili con una produzione di circa 113,8 TWh. I dati di cui parla sono quelli del Rapporto Greenitaly, lo studio, oggi giunto alla tredicesima edizione, che pubblica ogni anno la Fondazione Symbola, assieme ad Unioncamere. Cos’altro è emerso? Ci sono oltre 531mila aziende che nel quinquennio 2017 – 2021 hanno deciso di investire in tecnologie e prodotti green: ha investito il 4o,6% delle imprese nell’industria, valore che sale al 42,5% nella manifattura. Guardando alle performance economiche è possibile comprendere anche le ragioni che hanno spinto a questa scelta. Le imprese ecoinvestitrici sono infatti più dinamiche sui mercati esteri rispetto a quelle che non investono e, percentualmente, aumentano di più il fatturato (49% contro 39%) e le assunzioni (23% contro 16%). Questi numeri cosa ci dicono? Che c’è un’Italia che fa della transizione verde un’opportunità per rafforzare l’economia e la società e coinvolge già oggi 2 imprese manifatturiere su 5. Accelerare sulle rinnovabili e sull’efficienza energetica per sostituire i combustibili fossili, oltre a contrastare la crisi climatica, ci rende più liberi e aiuta la pace. È il cuore del futuro…vice del Lavoro novembre dicembre 2022 Possiamo dare forza a questa nostra economia e a questa idea di Italia, grazie alle scelte coraggiose compiute dall’Unione europea con il Next Generation Ue e al Piano nazionale di ripresa e resilienza. Spesso la burocrazia inutile ostacola il cambiamento necessario, ma possiamo farcela se mobilitiamo le migliori energie del Paese senza lasciare indietro nessuno, senza lasciare solo nessuno, come recita il Manifesto di Assisi, promosso dalla Fondazione Symbola e dal Sacro Convento. Ritiene che questi temi siano sufficientemente valorizzati nel dibattito politico italiano? Pochissimo. Ma la forza del Paese è nel suo Dna e, nonostante l’assenza di misure politiche adeguate, il tessuto produttivo fa la propria parte. La carenza di materie prime ci ha spinto ad utilizzare quella fonte di energia rinnovabile e non inquinante che è l’intelligenza umana.  Oggi conta oltre 14o soci. Cosa l’ha portata a creare questa fondazione? E che cambiamenti ha visto in questi anni? La fondazione nasce dalla necessità di mettere in rete i punti di forza del Paese. Il nome scelto non è un caso. Nell’antica Grecia il “simbolo” era una tessera di terracotta spezzata a metà, le cui parti erano perfettamente combacianti. Questo ci fa capire che, a volte, anche cose che sembrano diverse, contribuiscono a un fine comune e che le sfide si affrontano se insieme ci si muove verso una società più a misura d’uomo. Questo vale ancora di più per l’Italia, che è forte e può guardare con più fiducia al futuro quando fa l’Italia e cioè quando incrocia l’innovazione con la qualità, con la bellezza. Il nostro Paese ha tanti primati, spesso poco conosciuti. Nell’economia circolare, per esempio, è il più virtuoso in Europa. E le aziende che investono in tecnologie e prodotti green fatturano e assumono di più rispetto alle altre lezza, con le comunità, con i territori, con la coesione. Symbola è oggi un centro culturale e di riflessione e parla attraverso rapporti e iniziative che tendono a capire quali sono, nel Paese attuale, le radici del futuro. Da questo punto di vista io direi che negli anni è molto aumentata la percezione che ci sia una missione comune legata ai temi quali la green economy, la cultura, la coesione sociale. Emerge, insomma, una necessità di agire che cresce e si rafforza.