Raccontare l’agricoltura italiana ed i suoi distretti, appassionando il grande pubblico, “vuol dire dare valore allo sforzo, ai sacrifici, al duro lavoro e al cuore che tanti agricoltori, allevatori e artigiani, ogni giorno per un tempo infinito e anche nelle festività, dedicano alla propria terra, al loro gregge e all’oggetto che stanno realizzando, a quel qualcosa di prezioso che è la base della nostra economia. E vuol dire dare valore alla provincia italiana autentica, generosa e ospitale, rappresentata da “distretti” che sono anche economie ed occupazione, perché il made in Italy è il cuore dell’economia italiana, e l’agricoltura, l’allevamento e l’artigianato ne sono una parte fondamentale, settori senza i quali non avrebbe così tanta forza. Che danno lavoro, tantissimo, producendo le eccellenze più buone, fatte a mano e uniche al mondo, tutte diverse le une dalle altre e spesso salvandole dall’estinzione, nelle piccole botteghe come nelle aziende della moda. Prodotti e oggetti di culto, ma anche semplici, e dietro ai quali ci sono tanta fatica e tanta dedizione. Una vera arte”. Così Beppe Convertini, tra i volti più noti della televisione italiana, conduttore di “Linea Verde”, lo storico programma, tra i più longevi, che, tutte le domeniche su Rai 1, fa il boom di ascolti raccontando da oltre 40 anni a milioni di telespettatori le storie dell’agricoltura italiana, dei suoi prodotti, territori e persone, nella presentazione in anteprima del suo libro “Paesi miei. In viaggio con “Linea Verde” alla scoperta delle tradizioni d’Italia” per Rai Libri, ieri a Palazzo Brancaccio a Roma, con il pubblico Rai delle grandi occasioni, e con WineNews, e dove abbiamo parlato dell’importanza, della popolarità e della bellezza della comunicazione enogastronomica.
Storie che ora sono raccolte anche nel volume, che nasce, spiega Convertini a WineNews, viaggiando in Italia, “il luogo più bello al mondo”, con “Linea Verde” che conduce dal 2019 con Peppone Calabrese, ma anche con “Azzurro. Storie di mare” (tutte le domeniche, sempre su Rai 1, ndr), “dove tengo un “diario di bordo” mio personale nel quale annoto le storie di grandi donne e uomini, le tradizioni, gli usi e costumi e tutte le eccellenze enogastronomiche che assaggio, i loro profumi, colori, sapori e le emozioni che mi suscitano. E che fanno sì che l’agricoltura, l’allevamento e l’artigianato italiano siano apprezzati in tutto il mondo, il cosiddetto made in Italy che tutti ci invidiano, tutti amano e tutti apprezzano”. Storie, ripercorse da Convertini, con lo stesso stile “pop”, conviviale e familiare che lo contraddistingue sul piccolo schermo, dialogando con Marco Frittella, direttore editoriale Rai Libri, e Anna Falchi, conduttrice con Salvo Sottile dello storico e popolare programma Rai “I Fatti Vostri” che, tutti i giorni nel mezzogiorno di Rai 2, racconta agli italiani i fatti di maggiore attualità, ma anche tante storie dell’agricoltura italiana e dei suoi prodotti.
Tra i “Paesi miei” che Convertini ha ricordato con più piacere ad alcuni dei volti più noti della Tv, dai dirigenti Rai ai vip presenti in sala, da Stefano Coletta, direttore dell’Intrattenimento Prime Time e direttore di Rai 1, a Simona Sala, alla guida della Direzione di Genere Intrattenimento Day Time della Rai, da Valeria Marini a Lina Sastri, da Barbara Bouchet a Rosanna Lambertucci, solo per citarne alcuni, ci sono anche tanti territori del vino, dalle Langhe del Barolo all’Isola di Mozia nello Stagnone di Marsala, da Bolgheri a Montalcino, e non solo, come gli altri territori, “per i suoi vini eccezionali conosciuti in tutto il mondo, ma perché è un gioiello, con la sua antica Fortezza e per le storie che tu stesso mi hai raccontato – ha detto rivolto alla sala e al direttore WineNews Alessandro Regoli (che cita, proprio riportandone i racconti, nel suo libro, ndr), ricordando l’aneddoto della nostra eccezionale degustazione del Brunello Riserva 1891 di Biondi-Santi, uno dei primi della storia, e con oltre un secolo di invecchiamento, con Franco Biondi Santi, “custode” della tradizione alla Tenuta Greppo dove è stato inventato a fine Ottocento, per le sue “Nozze di Diamante” – e che fanno parte della sua storia, della sua ospitalità e delle sue tradizioni più autentiche, come i giochi di una volta, e che oggi, accanto al paesaggio di filari di viti e viali di cipressi, ne fanno un borgo da sogno. Magia pura. Come lo è tutta la Toscana, con le sue colline amate da tutti, e che non si può solo descrivere a parole, ma che si deve andare a vedere di persona perché il suo paesaggio è unico al mondo”.
Un’agricoltura che non solo è fonte inesauribile di storie del passato e del presente da raccontare, ma che, guardando al futuro, è anche la più green al mondo. “Lo dimostrano i fatti, perché la nostra è l’economia agricola più controllata dal punto di vista della salute, ma è anche quella che ha sviluppato più di altre in Europa le metodiche ambientali più avanzate – ha spiegato, a WineNews, Marco Frittella, storico giornalista Rai, che ha raccontato per 40 anni, dal Gr2 al Tg1, ma anche con “Unomattina”, le principali vicende politico-istituzionali d’Italia, con tante interviste esclusive, da Gorbaciov a Walesa, da Cossiga e Napolitano, autore del volume “Italia Green. Mappa delle eccellenze del made in Italy ambientale” per Rai Libri, di cui oggi è direttore editoriale, e della prefazione di “Paesi miei” – noi siamo in agricoltura quelli che producono più biologico, ma c’è anche una sostenibilità sociale nella nostra agricoltura, abbiamo il maggior numero di imprenditrici donne, un fortissimo ritorno dei giovani alla terra, che sono anche i più innovativi e resilienti, capaci di coniugare la tradizione contadina con l’innovazione digitale ed eco-sostenibile”.
Nel suo ultimo libro, invece, “L’oro d’Italia Dall’abbandono alla rinascita, viaggio nel paese che riscopre i suoi tesori (e la sua anima)”, sempre per Rai Libri, Frittella racconta come la rinascita del Paese passa dal recupero del nostro patrimonio culturale dall’abbandono, ma si può dire che questo avviene anche nei territori grazie all’agricoltura. “L’agricoltore è il primo presidio del territorio e del paesaggio. I “merletti” del paesaggio toscano o umbro nascono dalla produzione agricola, e noi sappiamo che quello è l’incontro più fecondo tra la natura e la cultura del lavoro di cui siamo maestri. Il recupero delle nostre tradizioni significa anche uno sforzo ambientale di tutela dell’ecosistema”, afferma Frittella. Forse, ogni tanto dobbiamo ricordare agli italiani cosa sanno fare e che se l’Italia fa l’Italia non ce n’è per nessuno, “che è una bella frase di Ermete Realacci (presidente della Fondazione Symbola per le eccellenza italiane e storico rappresentante del mondo ambientalista italiano, ndr) e io sono d’accordo con lui. Ho scritto due libri per ricordare agli italiani che siamo i più bravi in materia di economia circolare e nessuno lo sa, e che siamo quelli che hanno il patrimonio culturale storico-artistico e paesaggistico più bello del mondo, ma che tendiamo a dimenticarlo. Non so per quale ragione, siamo un po’ masochisti e ci parliamo un po’ troppo male addosso – conclude Frittella – però ci rendiamo conto, appena andiamo all’estero, che c’è un enorme voglia di Italia, e più di quanto noi stessi pensiamo. E che vuol dire della nostra cultura, bellezza, arte ed enogastronomia che noi raccontiamo in queste trasmissioni e in questi libri. Quando mi occupavo di agricoltura in televisione, ormai 40 anni fa e quando era un settore residuale della nostra economia con dei seri problemi, se solo si pensa allo scandalo del metanolo ma che ha poi prodotto lo straordinario fiorire delle nostre vigne, la cosa che più mi ha colpito è questo enorme amore della gente della terra per la sua terra, e senza il quale quei “merletti” oggi non ci sarebbero, al di là delle condizioni economiche che li hanno prodotti. Ed è questo che fa dell’Italia un unicum. Oggi siamo avanti e resilienti”.