Una creatura. Ma che può già camminare da sola. Ecco K.EY The Energy Transition Expo, da domani al 24 marzo a Rimini, edizione spin off di convegni, incontri e dibattiti per parlare di transizione energetica, vista dall’Italia e con affaccio privilegiato sul Mediterraneo. «Dopo ben 15 edizioni di K.EY Energy (compresa l’ultima, di appena cinque mesi fa, all’interno di Ecomondo, sempre alla fiera di Rimini, ndr), era giusto dedicare alla transizione energetica e all’efficienza a tutto tondo una rassegna soltanto per lei», osserva Corrado Peraboni, aramiPuntualità L’obiettivo è quello di arrivare al 2030 con le carte in regola sull’Agenda dell’Onu nistratore delegato di Italian Exhibition Group, organizzatore di K.EY, la cui area espositiva è stata praticamente raddoppiata (con 12 padiglioni: tutta l’area est della Fiera di Rimini) e alla quale parteciperanno più di 55o brand espositori (il 30% arriva dall’Estero) e oltre 300 operatori professionali. «Con questi numeri non potevamo che trasformarlo in un evento autonomo. E soprattutto molto dettagliato», spiega Peraboni, ricordando le sei sezioni intorno alle quali è organizzata la kermesse: il Sud Italia, riportati nel rapporto, sono molto incoraggianti», commenta l’ad di Italian Exhibition Group. E se prima si accennava all’importanza strategica dell’Italia nel bacino del Mediterraneo, non può che essere letto in quest’ottica anche, «Gli investimenti nelle energie rinnovabili in Africa: il ruolo dello storage per il rapido sviluppo delle Res in Africa», l’appuntamento di giovedì 23 a cura di Res4Africa Foundation e del Comitato tecnico scientifico di K.EY, in collaborazione con il ministero degli Affari esteri e della cooperazione internazionale, oltre che con l’Agenzia Ice. Grande e piccolo Dai macro problemi alle soluzioni più territoriali o locali: è il filo conduttore Infine, se non c’è fiera senza aziende e investitori, K.EY The Energy Transition Expo è il posto giusto per ospitare 3o start up (26 di casa nostra) pronte a presentare tecnologie e idee innovative ai grossi nomi del mercato dell’efficienza energetica: dove? Nell’Innovation area di un quartiere fieristico sostenibile già di suo: 114 mila metri quadri di pannelli solari, 1.5oo piante e un sistema di riciclo che permette di risparmiare 23 milioni di litri di acqua all’anno.  Vorremmo che la tavola rotonda sul Rapporto fungesse da stimolo per l’intero settore delle rinnovabili: in fondo, l’esperienza maturata con Ecomondo ci ha insegnato a liberarci di alcuni falsi miti dell’economia circolare Corrado Peraboni Solare, Eolico, Idrogeno, Efficienza energetica, Mobilità elettrica e sostenibile e «Sustainable City». Sei facce di una stessa medaglia, in quanto l’obiettivo, ormai dietro l’angolo, è quello di arrivare al 2030 con le carte in regola sull’Agenda dell’Onu; in particolare, rispettando i «Goal»  (Energia pulita e accessibile) e 7 (Città e comunità sostenibili). E per non perder tempo, meglio puntare subito alla sostanza: domani pomeriggio, infatti, dalle 14,è in programma il «K.EY energy summit», gli Stati generali delle fonti rinnovabili si ritroveranno in un confronto pubblico moderato da Nicola Saldutti del Corriere della Sera esponendo direttamente al ministero dell’Ambiente e della Sicurezza energetica, rappresentato dalla vice ministra Vannia Gava, luci e ombre di un settore in forte crescita ma che ha bisogno di punti Incontri e dibattiti sulle strategie green Peraboni: sei sezioni per sviscerare i temi più caldi Dall’idrogeno alla mobilità elettrica, la sfida è aperta fermi istituzionali. Dai macro problemi alle soluzioni più territoriali o locali è il filo conduttore di ciò che accadrà giovedì 23, dalle n, in occasione della presentazione del «Primo rapporto sulla geografia produttiva delle rinnovabili in Italia», promosso e realizzato da Fondazione Symbola e Italian Exhibition Group in collaborazione con le principali associazioni di categoria del comparto, presentato da Ermete Realacci, presidente Fondazione Symbola, e con un intervento, tra gli altri, di Francesco Starace, Ceo di Enel. «Vorremmo che la tavola rotonda sul Rapporto fungesse da stimolo per l’intero settore delle rinnovabili: in fondo, l’esperienza maturata con Ecomondo ci ha insegnato a liberarci di alcuni falsi miti dell’economia circolare, valorizzando ciò che di buono c’era già a livello regionale nel Paese.