(Teleborsa) – Il settore italiano del design conta 36 mila operatori, articolati tra 20.320 liberi professionisti e lavoratori autonomi e 15.986 imprese, che hanno generato nel 2021 un valore aggiunto pari a 2,94 miliardi con 63 mila occupati. È quanto emerge da un rapporto di Fondazione Symbola, Deloitte Private e POLI.design, presentato oggi a Milano alla presenza del ministro delle Imprese e del made in Italy Adolfo Urso.
Le imprese si distribuiscono su tutto il territorio nazionale, con una particolare concentrazione nelle aree di specializzazione del Made in Italy e nelle regioni Lombardia, Piemonte, Emilia – Romagna e Veneto, dove si localizza il 60% delle imprese. Tra le provincie primeggiano Milano, Roma (6,6% e 5,3%), Torino (5,1% e 13,3%).
Concentrandosi sul territorio lombardo, il report evidenzia che quest’area raccoglie il 29,4% delle imprese italiane (due terzi dei quali fatto di liberi professionisti e lavoratori autonomi), il 32,5% del valore aggiunto e il 28,5% dell’occupazione complessiva. In particolare, a Milano è concentrato il 14,3% delle imprese (con una presenza molto elevata di liberi professionisti e lavoratori autonomi, quasi il 65% del totale), il 18,4% del valore aggiunto prodotto e il 14,2% dell’occupazione nazionale.
Ernesto Lanzillo, Deloitte Private Leader, ha sottolineato che il settore “risulta ancora molto frammentato, composto prevalentemente da liberi professionisti e micro o piccole imprese” e affermato che è “importante pensare ad azioni mirate al rafforzamento delle competenze manageriali e imprenditoriali, che consentano alle organizzazioni di continuare a crescere e di sapere rispondere alle grandi trasformazioni dell’economia sia nazionale sia globale”.
Le imprese operano per il 32,8% all’estero, 24,2% extra EU, per il 44,8% su scala nazionale, mentre per il 22,4% su scala locale.
Il tema della sostenibilità emerge come rilevante per il settore: ben l’87,4% dei soggetti intervistati ne sottolinea l’importanza nei progetti in corso, quota che arriva al 96,5% nel caso delle piccole-medie imprese. A questa centralità corrisponde una consapevolezza diffusa nei livelli di competenza, considerati alti o medi dall’86,9% degli intervistati, con una accentuazione per le organizzazioni di maggiore dimensione (97,1%). Per contro, la presenza di un livello minimo di competenze riguarda solo il 2,8% del totale.
“La leadership italiana nel design conferma il suo ruolo importante come infrastruttura immateriale del Made in Italy e protagonista nella sfida della sostenibilità. Nel pieno di una transizione verde e digitale – ha commentato Ermete Realacci, presidente della Fondazione Symbola – il design è chiamato nuovamente a dare forma, senso e bellezza al futuro. Molti aspetti della nostra vita, così come molti settori, mutano: dalla metamorfosi della mobilità verso modelli condivisi, interconnessi ed elettrici, ai processi di decarbonizzazione e dell’economia circolare che stanno cambiando l’industria e le relazioni di filiera”.