“Le imprese del design made in Italy hanno dimostrato grande forza e capacità di trasformazione in questi anni complessi, segnati dalla pandemia, dalla guerra in Ucraina e dall’inflazione che ne è derivata. Infatti, nonostante uno scenario così complesso, l’Italia si conferma il Paese europeo con il maggior numero di imprese attive nell’ambito del design”. E’ quanto afferma Ernesto Lanzillo, Deloitte Private Leader, in occasione del report “Design Economy 2023” presentato da Fondazione Symbola, Deloitte Private e POLI.design, con il supporto di ADI, Circolo del Design, Comieco, AlmaLaurea e CUID.
L’economia del Design
Il settore conta 36 mila operatori in Italia, articolati tra 20.320 liberi professionisti e lavoratori autonomi e 15.986 imprese, che hanno generato nel 2021 un valore aggiunto pari a 2,94 miliardi con 63 mila occupati. Le imprese si distribuiscono su tutto il territorio nazionale, con una particolare concentrazione nelle aree di specializzazione del Made in Italy e nelle regioni Lombardia, Piemonte, Emilia – Romagna e Veneto, dove si localizza il 60% delle imprese. Tra le provincie primeggiano Milano (14,3% imprese e 18,4% valore aggiunto nazionale) Roma (6,6% e 5,3%), Torino (5,1% e 13,3%). Le imprese operano per il 32,8% all’estero 24,2% extra EU, per il 44,8% su scala nazionale, mentre per il 22,4% su scala locale.
La distribuzione regionale dei dati fa emergere la forte concentrazione di attività del design in Lombardia e nello specifico della provincia di Milano. Il territorio lombardo raccoglie infatti il 29,4% delle imprese italiane (due terzi dei quali fatto di liberi professionisti e lavoratori autonomi), il 32,5% del valore aggiunto e il 28,5% dell’occupazione complessiva. Si confermano a seguire altre tre regioni settentrionali: il Veneto (seconda per quota di imprese 11,5%, quarta per valore aggiunto, 11,0% e terza per occupazione, 11,6%), l’Emilia Romagna (terza per quota di imprese, 10,7%, ma seconda per valore aggiunto, 13,3% e occupazione, 13,0%) e il Piemonte (quarta per quota di imprese, 8,5%, unico caso in cui le imprese prevalgono su liberi professionisti e lavoratori autonomi, terza per valore aggiunto, 11,7% e quarta per occupazione, 11,5%). Nel complesso, queste quattro regioni concentrano il 60,0% delle attività produttive, ben il 68,6% del prodotto e il 64,6% dell’occupazione del Paese.
Milano si conferma capitale del Design
Se la Lombardia è in testa tra le regioni, Milano lo è tra le province e conferma la posizione rilevata nei precedenti rapporti: l’area concentra il 14,3% delle imprese (con una presenza molto elevata di liberi professionisti e lavoratori autonomi, quasi il 65% del totale), il 18,4% del valore aggiunto prodotto e il 14,2% dell’occupazione nazionale. Al secondo posto della classifica per numero di imprese emerge la provincia di Roma (6,6%), terza per prodotto (5,3%) e per occupazione (5,7%), a cui segue Torino (terza per quota di imprese, 5,1%, area in cui le imprese prevalgono rispetto a liberi professionisti e lavoratori autonomi, ma seconda per valore aggiunto, 13,3% e occupazione, 13,0%), Firenze (terza per quota di imprese, 6,0%, quinta per valore aggiunto, 3,0% e settima per occupazione, 2,7%), Bologna (quinta per quota di imprese, 2,8%, quarta per valore aggiunto, 3,8% e occupazione, 3,8%).
La sostenibilità come motore della crescita
Il tema della sostenibilità emerge come rilevante per il settore: ben l’87,4% dei soggetti intervistati ne sottolinea l’importanza nei progetti in corso, quota che arriva al 96,5% nel caso delle piccole-medie imprese. A questa centralità corrisponde una consapevolezza diffusa nei livelli di competenza, considerati alti o medi dall’86,9% degli intervistati, con una accentuazione per le organizzazioni di maggiore dimensione (97,1%). Per contro, la presenza di un livello minimo di competenze riguarda solo il 2,8% del totale.
La formazione italiana nell’ambito del Design
Il sistema formativo è un sistema distribuito lungo tutto il Paese, ben 91 istituti accreditati dal Ministero dell’Istruzione: 28 Università, 16 Accademie delle Belle Arti, 15 Accademie Legalmente Riconosciute, 26 Istituti privati autorizzati a rilasciare titoli AFAM (Alta Formazione Artistica e Musicale) e 6 ISIA (Istituti Superiori per Industrie Artistiche). Per un totale di 303 corsi di studio, distribuiti in vari livelli formativi e in diverse aree di specializzazione. Ne fanno parte punte di eccellenza come il Politecnico di Milano, l’Istituto Europeo di Design (IED) e la Nuova Accademia di Belle Arti (NABA). Rispetto all’anno precedente, cresce del 4% il numero di corsi accreditati e attivati e del 12% il numero degli istituti, in particolare nel caso delle Università e degli Altri Istituti autorizzati a rilasciare titoli AFAM. A crescere non sono solo gli istituti ma anche la domanda e il numero degli studenti pari a 14.907, cioè il 3,87% in più rispetto al precedente anno accademico.