Uno dei cambiamenti sociali più importanti dell’ultimo decennio è rappresentato dalla crescente importanza che i cittadini attribuiscono al tema della sostenibilità. Un tema, spesso sottovalutato dalla politica, che risulta familiare a quattro persone su cinque, come mostra anche “Sostenibiità è qualità’; uno studio diffuso da Symbola e Ipsos. L’aumento di interesse verso la sostenibilità è accompagnato dall’adozione di comportamenti virtuosi, che vanno dal crescente impegno nella raccolta differenziata dei rifiuti alle scelte di acquisto e di consumo al risparmio energetico. I cittadini sono sempre più informati, più consapevoli e attivi, e quindi più disponibili a mettere in discussione abitudini consolidate, stili di vita e modelli di consumo ancorati al passato. Il 58% degli intervistati RICERCA Sostenibilità è qualità: così il «green» ha assunto valore Paolo M. Alfieri dichiara di essere molto più interessato oggi al tema rispetto a 2-3 anni fa. Parallelamente, però, al maggior interesse corrisponde anche un aumento del grado di diffidenza. I consumatori sospettano sempre più azioni di green e social washing da parte delle aziende. Lo scetticismo è così passato dal 13% del 2018 al 22% del 2022. Ma quali sono i principali “driver” della sostenibilità, cosa spinge cioè più persone a interessarsene e farsene portatrici? Nel 56,% dei casi è la qualità, mentre per il 37% degli intervistati è la paura e, al momento, solo nel 6,5% dei casi l’etica. Interessante anche guardare a quali settori produttivi sono considerati i più sostenibili. In cima ci sono le produzioni alimentari di origine vegetale (52%), poi energia e utenze domestiche (37%) e settore viti-vinicolo (28%). In coda, invece, il settore elettronica ed elettrodomestici (15%), telefonia e telecomunicazioni (12%) e bancario-assicurativo (12%). Interessante anche notare come per i cittadini le componenti della sostenibilità hanno la necessità di essere sostenute nel loro insieme. Se infatti fossero capi di governo e potessero decidere su cosa investire, i cittadini metterebbero il 37% delle risorse nella sostenibilità sociale, il 34% in quella ambientale e il 29% in quella economica, intesa come la capacità di un sistema di produrre reddito e lavoro in maniera duratura. Come si può vedere, non ci sono grandi scostamenti tra le tre componenti, segno della necessità, per i cittadini, di una crescita non solo sostenibile ma anche armonica nel suo complesso. Secondo uno studio di Symbola e Ipsos, le componenti sociali, economiche e ambientali devono essere armonizzate