Dal design al riciclo, i 10 primati italiani Il rapporto di Symbola. Realacci: un’agenda per il futuro. 11 ministro Urso: prodotti italiani, belli e sostenibili ROMA Dieci selfie per «fotografare i punti di forza dell’Italia, per raccontarli al mondo ma anche e soprattutto per farli vedere agli italiani che molto spesso non li conoscono», e anzi, «spesso del loro Paese sono più pronti a riconoscerne i difetti più che i pregi». Così la Fondazione Symbola, spiega il suo presidente Ermete Realacci, ogni anno con il suo Rapporto «L’Italia in io seme» raccoglie i io punti di forza del Paese per farli conoscere al mondo. LI Rapporto, realizzato in collaborazione con Unioncamere e Assocamerestero, e con il patrocinio dei ministeri degli Affari esteri, dell’Ambiente e delle hnprese e del Made in Italy, è tradotto in 7 lingue e distribuito all’estero attraverso la rete delle ambasciate e camere di commercio. I io selfie, sottolinea Realacci, «vogliono essere un promemoria e un’agenda per il futuro, per l’Italia la cui economia continua a crescere quasi tra lo stupore generale, ma anche per chi ci guarda da fuori e ama il nostro Paese». Alla sua decima edizione, il Rapporto fotografa particolarità e aspetti che vedono l’Italia leader. Come nell’economia circolare, ad esempio, dove con 1’83,4%, l’Italia ha il tasso di riciclo più alto d’Europa sul totale dei rifiuti speciali e urbani (la media Ue è del 53,8%) superando di molto anche la Germania e il suo 70%. Ed è appena seconda, dietro la Francia, nel recupero di materia prima. Primati, sorride Realacci, «ignorati dalla maggioranza degli italiani, proprio in virtù di quell’incapacità tutta nostrana di guardare i nostri pregi». Ma ecco che insieme con moda e design di cui l’Italia detiene sempre il primato nella moda per l’export è la prima in Europa e la seconda al mondo, dopo la Cina, con valori pari a 66,6 miliardi di euro; nel design è prima in Ue per fatturato con 4,15 miliardi e per numero di imprese, 36.131 -, il «selfie» che restituisce Symbola è anche quello di un’Italia campione di efficienza energetica con sempre più aziende impegnate in investimenti green, sia nella riduzione dei consumi durante la produzione di beni, sia nella riduzione di emissione di CO2. Negli ultimi 5 anni, sottolinea il Rapporto, «più di una impresa extra-agricola su 3 (531.17o unità) ha effettuato eco-investimenti: queste imprese crescono di più, esportano di più, generano più occupazione». E italiano il più grande operatore privato nel settore delle rinnovabili: Enel, con impianti eolici, solari, geotermici e idroelettrici in Europa, Americhe, Africa, Asia e Oceania. Dalla nautica al vino, dalla produzione di macchine per il caffè alle tecnologie biomedicali e all’abbigliamento sportivo, grazie all’innovazione tecnologica legata alla tradizione, alla bellezza, alla capacità di collegare il saper fare al territorio (emblematico il caso della Nuova Simonelli di Belforte del Chienti), «c’è un modo tutto italiano di fare economia», dice Realacci. Per il ministro del Made in Italy Adolfo Urso quello italiano «è un modello di capitalismo diffuso e partecipativo capace di esprimere leadership in una pluralità di settori, la nuova legge sul Made in Italy sottolinea la cura del governo verso queste eccellenze».