San Vigilio, vescovo di Trento, fu un missionario cattolico che predicò nella Valle dell’Adige tra il IV e il V secolo. Nato a Roma, venne nominato capo della diocesi di Trento da Valeriano, arcivescovo di Aquileia, attorno al 385, quando nell’arco alpino erano ancora ben radicati i culti pagani. Insieme ai suoi fratelli, Vigilio si impegnò quindi a convertire le popolazioni locali, diffondendo il messaggio cristiano con frequenti viaggi nelle valli attorno a Trento.
In occasione di uno di questi tentativi di conversione, in Val Rendena, gettò nel fiume Sacra una statua di Saturno, scatenando le ire dei pagani, che lo uccisero colpendolo con bastoni e zoccoli, elementi che ricorrono frequentemente nelle raffigurazioni del martire.
Il cammino che ripercorre i luoghi delle predicazioni del Santo, la Via Vigilius, è un breve tragitto di 109 km tra le province di Trento e Bolzano, che incrocia 18 paesi, di cui due terzi sono piccoli comuni.
Tappa di partenza è il Monte Vigilio, su cui sorge una piccola chiesa dedicata al Santo, nel comune di Lana, in Val Venosta. Da qui si raggiunge San Pancrazio, in Val d’Ultimo, dove si possono ammirare i ruderi del castello Eschenlohe (che conserva intatto il suo torrione), per dirigersi verso Senale-San Felice, attraversando gli antichi masi dell’Alta Val di Non, conosciuta per la produzione di mele.
Questo tratto è noto anche come “Triassic Park” o “Sentiero dei Dinosauri” per via delle numerose impronte di rettili preistorici rinvenute nella roccia durante il 1997.
Passando da San Felice, si sale per i boschi fino al Lago di Tret, piccolo centro abitato, per raggiungere Fondo. I centri di San Felice e Tret sono stati comparati in un importante studio degli antropologi americani Cole e Wolf, raccolto nel libro “La Frontiera Nascosta” del 1974. Separati da poche centinaia di metri, i due paesi presentavano infatti caratteristiche estremamente diverse dal punto di vista dell’organizzazione sociale, della cultura e della lingua (a Tret si parla tedesco, mentre a San Felice italiano).
La Via Vigilius continua per l’abitato di Romeno, in direzione del Santuario di San Romedio. Costruito sulla roccia scelta dal Santo per condurre la sua vita eremitica, l’attuale santuario è costituito da 5 diverse chiese, di cui la più antica fu eretta attorno al 1000, mentre la più recente, del 1918, venne edificata al termine della prima guerra mondiale. Nel sentiero che porta al santuario, inoltre, si trova un’area faunistica dove dal 2013 vive un orso di nome Bruno, adottato dalla comunità locale. L’animale è infatti protagonista di una leggenda legata a San Romedio.
Passato Sfruz, dove si produce la Mortandela affumicata della Val di Non, Presidio Slow Food, il cammino prosegue per Ton, dove si fa tappa al Castello di Thun, che offre una spettacolare vista sui panorami della Val di Sole e della Val Brenta. Aperto al pubblico nel 2010, il castello è sede di mostre e rievocazioni storiche.
Da qui, passando per un bosco che conduce a una malga dove in estate è possibile pernottare, si raggiunge Mezzocorona e si continua per Fai della Paganella, giungendo sull’altopiano del Lago di Lamar. Passando per Vallene, frazione di Vallelaghi, si sale infine sul Monte Soprasasso, da cui si apre il panorama sulla sottostante Trento. Il cammino si conclude a Vela, ma è consigliata una visita alla Cattedrale di San Vigilio, Duomo di Trento, dove riposano le spoglie del Santo e si tenne il Concilio Tridentino dal 1545 al 1563.
Questo contributo fa parte della rubrica Cammini d’Italia, parte del rapporto Piccoli Comuni e Cammini d’Italia, realizzato da Fondazione Symbola e Fondazione IFEL.
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