Volendo estendere i confini dell’impero fino ai fiumi Elba e Danubio, Augusto dovette sottomettere le popolazioni della Rezia, tra le attuali Svizzera, Austria e la provincia di Belluno.

Per questo il generale Druso, figlio adottivo dell’imperatore, iniziò nel 15 a.C. la costruzione di una strada militare che collegasse la Pianura Padana alla Baviera attraverso le Alpi. 70 anni dopo l’imperatore Claudio, figlio di Druso, completò la strada che prese il suo nome: la Via Claudia Augusta.

La porzione che insiste in Germania e Austria è ancora visibile e il suo tragitto è stato identificato con certezza. Meno facile è la localizzazione nel territorio italiano, ma alcune pietre miliari restituiscono un’immagine abbastanza fedele del tracciato originale.

Lungo 388 km (su 600 km totali) il percorso italiano, dalla Val Venosta a Quarto d’Altino, attraversa 78 comuni – di cui 45 piccoli – e si snoda tra il Trentino-Alto Adige e il Veneto.

Dal confine con l’Austria la tappa di partenza è Curon Venosta: il paese – arena dell’omonima serie Netflix – venne sommerso nel 1950 in seguito alla realizzazione del Lago artificiale di Resia, e ricostruito poco distante.

Dell’antico abitato è visibile oggi soltanto il campanile, che emerge dal lago ed è diventato simbolo del comune.

Arrivati a Castelbello-Ciardes è d’obbligo una visita al Castello di Castelbello, struttura militare di cui si ha notizia fin dal 1200 che ospita una mostra permanente dedicata alla Via Claudia Augusta.

Da qui si raggiunge Parcines, dove in località Rablà venne rinvenuto, nel 1552, un cippo che descrive il percorso della via.

Raggiunto il capoluogo, si passa per i vigneti di Cortaccia e Cortina sulla Strada del Vino, un itinerario che costeggia la Valle dell’Adige offrendo un’incredibile varietà di vitigni che possono fregiarsi dell’etichetta DOC. Si fa quindi tappa a Trento, prima di proseguire per il Lago di Levico e risalire la Valsugana fino ad arrivare al Castello di Castel Ivano (imponente struttura militare del VI secolo) e a Pieve Tesino.

Qui nacque Alcide De Gasperi, e in suo onore è stato realizzato l’omonimo giardino, uno dei quattro orti botanici generati per ricordare i padri fondatori dell’Unione Europea.

Si entra quindi in Veneto presso Lamon, paese noto fin dal Medioevo per la produzione e la lavorazione della lana, dove è possibile ammirare il Calice argenteo del Diacono Orso, rinvenuto nel 1836, uno dei più antichi calici dell’occidente cristiano. Si continua lungo il corso del Piave, arrivando a Quero Vas, dove si trova il Cimitero Militare Germanico con i caduti austroungarici della Grande Guerra.

Seguendo ancora il fiume si arriva a Valdobbiadene, patria del Prosecco, le cui colline con i caratteristici terrazzamenti dove si coltivano i vitigni sono state recentemente riconosciute patrimonio dell’umanità UNESCO. Infine, superata Treviso, si arriva a Quarto d’Altino, che ospitava l’antica città portuale di Altino, importante scalo commerciale romano sull’Adriatico.

 


Questo contributo fa parte della rubrica Cammini d’Italia, parte del rapporto Piccoli Comuni e Cammini d’Italia, realizzato da Fondazione Symbola e Fondazione IFEL.
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