Il 2021 è stato un anno di ripresa dalla crisi pandemica per molti settori e tra questi anche per il settore agroalimentare che ha visto un aumento della produzione e ha chiuso l’anno con un valore record delle esportazioni pari a 52 miliardi di euro (+11% in più rispetto al 2020).

Il Made in Italy ha contribuito al raggiungimento di questi risultati positivi con prodotti quali vino, formaggi stagionati, prodotti da forno etc. Tuttavia, l’ultimo trimestre del 2021, seguito dai primi mesi del 2022, ha evidenziato la comparsa di alcuni fattori di rischio, che creano incertezze sul percorso di stabilità e ripresa economica. Infatti, già nell’ultimo trimestre del 2021 in Europa si è avuto un decremento del ritmo di crescita del PIL (+0,3% in termini congiunturali, +2,3% nel trimestre precedente), con differenze all’interno degli Stati Membri tra Paesi che hanno continuato ad avere un andamento sostenuto e Paesi che hanno registrato sviluppi più contenuti (Italia +0,6%).2
Il settore agricolo, seppur si sia distinto nel periodo del lockdown tra i settori con minor penalizzazioni, non ha beneficiato del clima di ripresa dell’economia nazionale nel 2021 poiché colpito da eventi climatici avversi e da un rilevante incremento dei costi di produzione. Il settore ha subito una diminuzione del volume produttivo dello 0,4% e il valore aggiunto dell’agricoltura nell’ultimo trimestre del 2021 è diminuito dello 0,6% 3 rispetto al trimestre precedente, con una variazione dello 0,8% rispetto al 2020. In controtendenza è stato il comparto dell’industria agroalimentare, delle bevande e del tabacco che ha segnato nel 2021 un consistenteincremento in volume (+6%) e una diminuzione del 2,6% a prezzi correnti.

Di conseguenza nel complesso il settore agroalimentare registra un recupero meno consistente rispetto agli altri settori e rappresenta il 4,1% del valore aggiunto dell’intera economia (4,3% nel 2020), di cui il 2,2% proviene dal settore primario e l’1,9% dall’industria alimentare.

Ad ostacolare l’andamento positivo registrato nei primi mesi del 2021, sono stato una serie di fattori, tra cui l’incremento dei prezzi delle materie prime, le difficoltà di approvvigionamento e di logistica per materiali metallici e semiconduttori e la crisi energetica, accompagnate da un inasprimento del contesto geopolitico e dall’influenza ancora esercitata dalla pandemia. Inasprimento che ha raggiunto il culmine con l’invasione dell’Ucraina da parte della Russia che ha aggravato questa crisi, per il ruolo esercitato dai due Paesi nelle forniture di energia, di materie prime, di input agricoli (in particolare fertilizzanti), e per gli effetti delle restrizioni sugli scambi commerciali, portando quindi ad una rivalutazione delle prospettive economico-finanziarie e lasciando presagire un rallentamento del ritmo di crescita previsto.

Continua a leggere “Agroalimentare” p. 152 di “GreenItaly 2022. Un’economia a misura d’uomo contro le crisi” la ricerca su dati e storie della green economy italiana di Symbola e Unioncamere.