Quando giunse nella Valle del Savio dalla Liguria, San Vicinio scelse i boschi sul monte che oggi porta il suo nome per trascorrere una vita eremitica.

Nel 303, quando la comunità di Sarsina era riunita per scegliere il proprio vescovo, un segno divino indicò al popolo il monte di San Vicinio, che per questo fu nominato pastore della diocesi Sarsinate. Eletto vescovo, il santo non abbandonò mai il monte, guidando la comunità dalla solitudine dei suoi boschi.

Oggi il Cammino di San Vicinio rispecchia la vita agreste del Santo: ricavato da una serie di antiche mulattiere e sentieri, il percorso consente una totale immersione nella natura e non presenta tratti di strada asfaltata.

Particolarità del cammino è la sua forma circolare: sebbene sia normalmente consigliata come prima tappa Sarsina, si può scegliere un qualsiasi punto del percorso per iniziare il viaggio. Lungo 280 chilometri, il Cammino di San Vicinio si svolge in gran parte in Emilia-Romagna, entrando per un breve tratto in Toscana, e si snoda lungo i piccoli borghi della Valle del Savio, lontano da grandi centri urbani. Dei 16 comuni attraversati, 10 sono infatti al di sotto dei 5000 abitanti.

Partendo da Sarsina, la prima tappa è la Basilica di San Vicinio, realizzata nel X secolo in stile romanico. Qui sono conservate le reliquie del Santo, tra le quali il suo collare, a cui appendeva una pietra per appesantire il corpo in segno di penitenza.

Si ritiene che la catena di San Vicinio abbia poteri taumaturgici e che sia un potente strumento per scacciare i demoni. Ancora oggi più di 70.000 persone all’anno visitano la Basilica per avere la benedizione del collare.

Proseguendo verso sud, nel comune di Poppi, si fa tappa a Camaldoli, nelle Foreste Casentinesi dove San Romualdo eresse il suo eremo. Qui il percorso offre una piccola deviazione. Si può scegliere infatti di proseguire all’interno del Parco Nazionale delle Foreste Casentinesi,  raggiungendo il Santuario della Verna, dove è possibile ammirare i rilievi invetriati del ceramista Andrea Della Robbia, o proseguire verso nord, entrando nel comune di Verghereto.

Il paese sorge sulle pendici del Monte Fumaiolo, e qui, in località Balze, si trova la sorgente del Tevere. Sempre a Balze è possibile sostare presso l’eremo di Sant’Alberico, raggiungibile solo a piedi camminando per un’antica mulattiera. Si giunge quindi nel borgo medievale di Sant’Agata Feltria, dominato dall’imponente Rocca Fregoso, che dona al paese un aspetto fiabesco. Dimora dei Fregoso di Genova, divenne in seguito un convento francescano e oggi ospita il Museo Rocca delle Fiabe, dove vengono approfonditi gli aspetti ricorrenti del mondo fiabesco.

Il cammino continua a nord, passando attraverso il comune di Sogliano sul Rubicone, famoso per il suo formaggio di fossa DOP, già citato in documenti del XV secolo, e si giunge  nel piccolo borgo di Monteleone, nel comune di Roncofreddo. La piazza su cui affaccia il castello che domina il borgo è intitolata al poeta inglese George Byron, che qui soggiornò diverse volte durante i suoi viaggi in Italia.

Infine, una volta superato il tratto che insiste nel comune di Cesena, si arriva a Mercato Saraceno, dove si fa tappa alla Pieve di Santa Maria Annunziata a Monte Sorbo e al Santuario di San Vicinio, che sorge sul monte dove il Santo praticò la vita eremitica. Da qui, sfruttando la posizione elevata, il viaggiatore può ammirare l’intera Valle del Savio, ripercorrendo il cammino con lo sguardo.

 


Questo contributo fa parte della rubrica Cammini d’Italia, parte del rapporto Piccoli Comuni e Cammini d’Italia, realizzato da Fondazione Symbola e Fondazione IFEL.
Progetto grafico a cura di Bianco Tangerine.