Il settore agricolo italiano ha contribuito nel primo trimestre del 2021 a far riprendere l’attività produttiva del nostro Paese, fortemente influenzata dall’emergenza sanitaria nel 2020: l’Italia registra nei primi tre mesi del 2021 un prodotto interno lordo del +0,1% e un aumento del valore aggiunto del +3,9% del settore agricolo. Il settore agricolo italiano (agricoltura, silvicoltura e pesca) nel 2020 ha un fatturato complessivo di 59,6 miliardi di euro (-0,5 rispetto a 2019), generando un valore aggiunto di 32,9 miliardi di euro, con un calo del -3,8% rispetto al 2019 date le difficoltà legate all’emergenza Covid-19, fenomeno esteso e profondo le cui reali dimensioni solo l’analisi storica saprà fornirci. Il trend negativo è stato ridotto grazie alla ripresa del terzo trimestre del 2020 e soprattutto grazie alla ritrovata centralità del tema dell’approvvigionamento alimentare tra le priorità strategiche. Il settore agroalimentare italiano è riuscito a superare le difficoltà appena descritte grazie a un modello di sviluppo unico in grado di raggiungere elevati standard produttivi tendendo però sempre un occhio alla sostenibilità.

Una specificità nazionale composta di vari ingredienti: a partire dalla gestione del territorio che, oltre a contribuire alla bellezza dei nostri paesaggi, previene eventi idrogeologici avversi (purtroppo così frequenti nel nostro Paese); dalla tutela della biodiversità, alla crescente diffusione del biologico, all’efficienza nell’uso della chimica e dell’acqua, dalle energie rinnovabili (dal biogas al fotovoltaico) che spesso valorizzano i sottoprodotti o gli scarti di produzione in un’ottica di economia circolare, fino alle nuove tecnologie e al contributo – in questo cammino verso l’innovazione – di nuove competenze. Tali peculiarità del settore rientrano a pieno negli obiettivi della nuova politica agricola dell’UE con la Comunicazione sul Green Deal del dicembre 2019, fornendo orientamenti che determineranno lo sviluppo del settore per i prossimi anni. La centralità del settore agricolo è confermata dalle risorse stanziate dal Recovery Plan – ben 5,7 miliardi di euro – oltre a una consistente dose di risorse finanziarie legate a moltissime misure trasversali in cui l’agroalimentare rientra a pieno titolo. Il Piano nazionale di ripresa e resilienza (Pnrr) prevede inoltre progetti – come quelli legati alla valorizzazione delle filiere, alla digitalizzazione e alle infrastrutture idriche – individuati e presentati dalla Coldiretti al governo non solo come idee, ma come iniziative immediatamente cantierabili.

Il settore agricolo italiano, dunque, riuscendo a coniugare tutela dell’ambiente, qualità delle produzioni e crescita economica del Paese, riveste un ruolo di primo piano in termini di sostenibilità ambientale, sociale ed economica. Nell’ottica di un’agricoltura sempre più ecosostenibile crescono anche i giovani imprenditori in agricoltura con un +14% rispetto a cinque anni fa. La capacità di innovazione e di crescita multifunzionale porta le aziende agricole dei giovani ad avere rispetto alla media una superficie superiore di oltre il 54%, un fatturato più elevato del 75% e il 50% di occupati per azienda in più.

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Continua a leggere “Agroalimentare” p. 138 di Green Italy 2021 Un’economia a misura d’uomo per il futuro dell’Europa, la ricerca su dati e storie della green economy italiana di Symbola e Unioncamere.