Accompagnare le imprese del territorio in un percorso di maggiore sostenibilità, che, oggi, è sempre più sinonimo di qualità. Punta a questo «Filiere sostenibili della Piana del Sete», progetto promosso da Fondazione Svmbola, Bcc Campania Centro, Bcc Capaccio Paestum e Serino e Bcc Buccino e Comuni Cilentani. Ieri, la presentazione alla Carnera di Commercio di Salerno. L’idea è di raccontare le esperienze già in ano, ma anche di individuare soluzioni e tecnologie per migliorare le performance ambientali, quindi la competitività, delle filiere produttive della Piana del Sele. il progetto interesserà, nel 2023, la filiera della quarta gamma e, nel 2024. la filiera bufalina, approfondendo diversi argomenti per raggiungere una maggiore sostenibilità ambientale. «Quando rimaniamo sorpresi per i risultati che, a volte, ha l’Italia all’estero nell’export, tutti pensano a cose strane. La verità è che quando l’Italia fa l’Italia è molto forte. E l’Italia fa l’Italia quando scommette su bellezza, innovazione, sul rapporto con le comunità e con i territori e sulla sostenibilità, che sta dietro a tutte queste cose», sottolinea il presidente di Symbola. Ermete Realacci, spiegando che «il lavoro che abbiamo avviato da tempo, non solo con Unioncarnere ma con le Bcc, punta a censire I talenti dei territori e capire da dove ripartire e da dove rafforzare un futuro che sia più desiderabile». Per il presidente della Camera di Commercio di Salerno, Andrea Prete, il terna della sostenibilità «ci vede tutti impegnati, ci crediamo tutti perché la svolta green serve a preservare il nostro futuro». «La sostenibilità prosegue non può essere solo ambientale, ma deve essere anche sociale ed economica perché, altrimenti, metteremmo la società in squilibrio. Perciò, ognuno deve fare la propria parte». «Se vogliamo aumentare l’indipendenza energetica del nostro Paese, non possiamo che giocare la partita delle rinnovabili», precisa Prete, ribadendo la necessità di una sburocratizzazione nel Paese. -E importante sottolineare che cominciamo a fare sistema come banche e con le istituzioni e le organizzazioni», constata Camillo Catarozzo, presidente Bcc Campania Centro, rilevando che «c’è, nelle nostre aree, una cultura della sostenibilità, da far crescere, non solo nei settori produttivi apparentemente maggiormente coinvolti, ma nell’intero tessuto sociale. Per questo, il progetto vuole essere uno strumento forte di sviluppo concreto che risponda alle necessità presenti e future dei mercati, ma al tempo stesso anche di sensibilizzazione sociale a tali problematiche». «La nostra banca, sempre sensibile alle tematiche ambientali, ha aderito con convinzione dice Lucio Alfieri, presidente Bcc Buceino e Comuni Cilentani a un progetto che ha saputo coniugarci temi della sostenibilità e dell’efficienza. Partecipare a questa iniziativa, con le consorelle di Capaccio Serino e Campania Centro e con il contributo scientifico di Symbola, ha permesso di realizzare importanti sinergie che abbiamo messo a disposizione delle aziende locali e dei vari partner istituzionali». «La ricerca della qualità e della sostenibilità sono una scelta obbligata per le aziende del territorio, l’unica forma di garanzia per la sopravvivenza», evidenzia Rosario Pingaro, presidente Bcc Capaccio Paestum e Sciino, secondo il quale «è necessario attivare tutti gli strumenti utili al raggiungimento degli obiettivi prefissati, tra cui può rientrare a pieno titolo “FiHere Sostenibili della Piana del Scie”, che mira ad accrescere sostenibilità e competitività delle ridere agroalimentari del nostro territorio».