Realizzato in collaborazione con Mario Bellina, autore e sceneggiatore di programmi per ragazzi e serie animate.
Questo contributo fa parte della rubrica #iosonocultura, parte del Decimo rapporto IO SONO CULTURA realizzato da Fondazione Symbola, Unioncamere e Regione Marche in collaborazione con l’Istituto per il Credito Sportivo.
L’ultimo decennio è stato un periodo di rinascita per l’animazione, un comparto che conta oggi in Italia circa 6 mila addetti per un fatturato annuo di circa 180 milioni di euro[1].
Una rinascita favorita dallo sviluppo di nuove piattaforme e nuovi canali di distribuzione, a partire da quelli online; dall’innovazione tecnologica e dall’ibridazione delle tecniche di animazione con altri linguaggi; dall’attenzione da parte di settori alle volte lontani come i poli museali, con progetti dedicati a target non “necessariamente” infantili; infine, dall’apertura di tavoli di discussione istituzionale da parte delle associazioni di settore per il potenziamento del tax credit per le imprese di animazione, portato fino al 30%.
Dalla produzione seriale per la tv agli spot commerciali, dai videoclip ai lungometraggi cinematografici, dai cortometraggi più sperimentali all’animazione interattiva. Un rinnovato interesse verso il settore ha funto da volano per infondere linfa alle realtà produttive del paese e offerto prospettive concrete a numerosi studi giovani capaci di ritagliarsi la loro fetta di mercato.
Un proliferare di realtà che hanno riempito gli spazi lasciati vuoti nel mercato internazionale degli scorsi anni dai produttori italiani, tornati finalmente a mostrare il prodotto made in Italy ai festival di settore e a competere ad armi pari con i produttori stranieri. Realtà in grado di fare comparto e unirsi in associazioni (quali Cartoon Italia che rappresenta il 95% delle società di produzione in animazione italiana o Asifa Italia, l’Associazione degli autori e professionisti dell’animazione) capaci di riflettere e proporre cambiamenti reali nel settore.
Nell’anno in cui cade il centenario dalla nascita di Osvaldo Cavandoli, uno dei padri dell’animazione italiana, Anne-Sofie Vanhollebeke, presidente di Cartoon Italia, analizzando la situazione del comparto fa notare come oggi i produttori italiani, grazie al tax credit, abbiano aumentato il numero di dipendenti e siano in grado di riportare le lavorazioni solitamente svolte nei paesi asiatici in Italia. Una tendenza virtuosa[2], che ha visto in prima linea società quali DogHead Animation di Firenze, Maga Animation di Monza, MAD Entertainment di Napoli, o Animoka di Torino. Quest’ultima protagonista tra l’altro di un’interessante iniziativa: la creazione di una screening room interna nella quale sono coinvolti ex studenti di corsi di scrittura audiovisiva e focalizzata sull’animazione come Bottega Finzioni o Scuola Holden.
Malgrado l’entusiasmo generato dal tax credit però, l’Italia si trova ancora in un periodo di assestamento di cui, salvo rallentamenti e arresti, vedremo i risultati nei prossimi anni. Un futuro prossimo che prospetta un cambiamento di scenario importante caratterizzato dagli investimenti nelle produzioni d’animazione nostrane delle emittenti private, televisive e OTT. Già Turner ha manifestato interesse nel prodotto italiano e l’apertura della nuova sede operativa di Netflix a Roma, lascia ben sperare. L’arrivo di nuovi buyers è infatti un’opportunità di crescita per i produttori e di sperimentazione su target e piattaforme ancora poco battuti in Italia.
Rimanendo in tema di effetti benefici della normativa, una conquista è stata il riconoscimento – selettivo e automatico – ai produttori italiani dei fondi che permettono loro di mantenere la maggioranza dei diritti nelle coproduzioni internazionali, così da avere un controllo completo sulla creatività. Inoltre, all’interno di questo quadro significativo c’è l’accordo firmato da Cartoon Italia e Asifa Italia, su ispirazione delle associazioni 100 Autori e Anica, per l’attribuzione agli autori del 4,5% dei contributi automatici, assegnati dal MiBACT[3]. Una concessione volontaria da parte delle società di produzione ad attestazione della fiducia dei produttori verso i propri autori da intendersi, per la prima volta, non solo nella figura professionale di sceneggiatore (e autore del soggetto) e regista (come nel cinema live), ma anche a quelle figure che hanno un ruolo chiave nell’ideazione e nello sviluppo della grafica del progetto come character designer, disegnatore o animatore.
Anica e Cartoon Italia, inoltre, hanno rinnovato il protocollo d’intesa che mira alla definizione di un piano strategico per lo sviluppo del settore attraverso l’attuazione dei cosiddetti Poli dell’Animazione, ai quali stanno aderendo numerose Film Commission[4]. Obbiettivo: lo sviluppo economico, creativo e tecnologico delle realtà legate all’industria dell’animazione, del videogioco e dell’immagine digitale presenti nelle regioni, coinvolgendo non solo le società di produzione, ma anche le università, i centri di ricerca e le emittenti. In tal modo si vuole costruire un link diretto tra i giovani che escono dai centri di formazione e il mondo del lavoro. Un primo risultato di queste intese è stata l’organizzazione a Cagliari del Cartoon Digital, un master top level organizzato dall’associazione europea Cartoon Media con oltre 250 partecipanti provenienti da 22 paesi. Un successo che si somma a quello degli Italian Days, giornate dedicate alla formazione dei talenti nazionali (e locali) sui temi della scrittura e della produzione, realizzato in collaborazione con Rai Ragazzi.
Proprio Rai Ragazzi si attesta il brodcaster e produttore principale su cui gravita il mondo dell’animazione.
A riprova del momento felice dell’animazione italiana offre una corposa offerta di produzioni[5] made in Italy in onda nella stagione 2019/2020 coprodotti con partner italiani[6], ai quali si aggiungono numerosi titoli tuttora in produzione in onda tra il 2021 e il 2022 come Dragonero (Sergio Bonelli Editore), Nefertina (Graphilm Entertainment), Alice & Lewis (MoBo), Nina E Olga (Enanimation), Vladi & Mirò (Gruppo Alcuni), Spikeball (Lucky Dreams), Il villaggio incantato di Pinocchio (Palomar) e la seconda stagione de Il Lupo (Movimenti Productions)[7].
La struttura diretta da Luca Milano, inoltre, si è dimostrata attenta ai cambiamenti in atto nel mercato, sia scegliendo di puntare su formati non necessariamente seriali, come il cortometraggio (ne è un esempio Hanukkah – La festa delle luci, diretto da Maurizio Forestieri), sia di interessarsi allo sviluppo di prodotti destinati a target “complessi”, quali l’adolescenziale a tema sociale[8], o i minori con disabilità. Un titolo di serie significativo è Lampadino e Caramella coprodotto con Animundi, il primo Cartoon Able italiano, ossia la prima serie di animazione fruibile da tutti i bambini, diversamente abili e non.
I paradigmi produttivi del settore stanno mutando.
Lo dimostra il caso delle due serie Arctic Justice e Puffin, prodotte dalla Iervolino Entertainment e realizzate a Roma dalla Galactus, società di produzione creata da Giuseppe Squillaci, già proprietario della società di VFX CANECANE. Arctic Justice e Puffin sono due spin off dell’omonimo lungometraggio canadese Arctic Justice, affidate alla direzione creativa di Squillaci, che ha messo in piedi un team italiano di sceneggiatori, registi e storyboard artist per realizzare oltre cinquecento puntate destinate alla piattaforma web TaTaTu (basata sull’interazione tra social media e visione di intrattenimento) e solo successivamente alla distribuzione televisiva internazionale.
L’online, in tutte le sue declinazioni, si dimostra uno sbocco fondamentale per i creatori di contenuti di ultima generazione.
Un canale che da Febbraio 2020 è stato uno dei principali artefici della tenuta del comparto italiano dell’animazione durante l’emergenza Covid-19.
La necessità di distanziamento fisico e le conseguenti chiusure degli studi, infatti, se ha completamente annullato la produzione in vari settori produttivi, è stata vissuta dai professionisti dell’animazione come un ostacolo difficoltoso ma non impossibile da superare. A differenza delle produzioni live, l’animazione può prescindere dalla ripresa e dalla presenza di attori in carne e ossa, la qual cosa ha reso possibile una riorganizzazione totale del comparto in smart working[9]. Numerose società hanno attuato una riorganizzane delle infrastrutture tecnologiche (hardware, software e server) per dotare i propri dipendenti e collaboratori di computer più o meno potenti in funzione della tipologia di attività da svolgere, e assicurare loro la prosecuzione del lavoro. Malgrado l’investimento tecnologico però il traffico dati avviene comunque attraverso le reti internet, a causa dell’emergenza sovraccarica e rallentata, rendendo spesso difficile lo scambio di dati e file. Secondo Cartoon Italia si può stimare dunque una perdita di produttività rispetto al normale dal 30% al 50%, che si traduce nella stessa percentuale di costi extra assenti dai piani di produzione originari. Un abbassamento della produttività che ha causato anche un rallentamento della produzione e uno spostamento delle consegne ai broadcaster nel caso della serie TV, o dell’uscita dei film, che comunque non sarebbero potuti uscire a causa della chiusura delle sale[10].
Ad aggravare la situazione ci ha pensato poi l’ampliamento della pandemia che ha colpito numerosi paesi partner degli studi italiani, a partire da quelli asiatici, dove in numerosi casi a chiusura degli studi non è conseguita una riorganizzazione del lavoro ma il blocco totale. Per tale motivo, di punto in bianco i produttori italiani hanno visto letteralmente sparire i service a cui avevano affidato segmenti fondamentali della pipeline, come proprio l’animazione. Un problema a cui la rinnovata identità di comparto sviluppatasi negli ultimi anni ha ovviato in parte grazie a un passaparola virtuoso sui service ancora in attività, nato spontaneamente tra le società di produzione italiane.
L’impatto del coronavirus alla filiera produttiva dell’animazione però non ha colpito solamente le fasi vive della pipeline.
La necessità di distanziamento ha infatti provocato la cancellazione (o talvolta la riformulazione online) dei maggiori eventi di settore sia internazionali (si pensi al Mip TV di Cannes o al MiFA di Annecy[11]) sia nazionali come Cartoons on the bay, spostato a inizio Dicembre 2020. Una serie di occasioni perdute per i produttori per chiudere accordi di coproduzione con partner esteri e completare i loro piani di finanziamento per far partire le produzioni.
L’ultimo festival live a cui hanno potuto partecipare i produttori italiani è stato il Cartoon Movie di Bordeaux, che ha avuto luogo appena prima del decreto “iorestoacasa”. Dove è stato presentato il pitch del progetto The Walking Liberty, il nuovo film di Alessandro Rak prodotto dallo studio Mad Entertainment di Napoli. La realtà partenopea che al grido virtuale dell’ashtag #MADnonsiferma ha postato nei giorni di clausura casalinga alcuni dei materiali (dal character design dei protagonisti al trailer) per mostrare simbolicamente che l’animazione va avanti.
Accanto allo studio Mad tante sono state le iniziative da parte degli attori dell’animazione italiana per far sentire la propria vitalità attraverso il web. La più significativa è stata quella lanciata da Asifa italia che ha chiesto agli iscritti di mostrare online il proprio luogo di lavoro casalingo sotto l’ashtag #animodacasa, un progetto accolto con entusiasmo da autori e animatori di tutto lo stivale che ha permesso alle community di Facebook e di Instagram di conoscere gran parte degli artisti che lavorano nel settore. Un intento simile ha anche il progetto di Cartoon Italia #Cartoonespresso, uno spazio su Facebook dedicato a dirette video che in pieno lockdown, due volte la settimana, ha ospitato produttori, autori, professionisti, broadcaster del mondo dell’animazione. Da segnalare inoltre il lancio da parte del festival siciliano Animaphix programmato per fine Luglio di una serie di incontri online in anteprima (dal 10 Maggio al 14 Giugno) con alcuni protagonisti dell’animazione d’autore internazionale: l’Animaphix 2020 Streaming Experience[12].
A queste iniziative virtuali si unisce anche la Rai attuando una sinergia tra Rai Ragazzi e Rai Play e anticipando il lancio dei primi 13 episodi della serie Topo Gigio, prodotta da Movimenti Productions, proprio sulla piattaforma online, una scelta inedita e di sicuro interesse per il ruolo di primaria importanza che il web è destinato ad acquisire anche per l’emittente pubblico. Non è questa l’unico progetto che coinvolge la Rai in risposta alla crisi: se da un lato Rai Ragazzi vaglia nuovi prodotti in sviluppo per sostenere il settore nel dopo emergenza, dall’altro ha siglato un accordo con i produttori di Cartoon Italia che hanno liberato i diritti web di alcune serie già trasmesse in tv dal broadcaster nazionale per arricchire l’offerta di animazione per l’infanzia di Rai Play.
Nell’attesa che si torni alla normalità intanto l’animazione italiana resiste e fa germinare quanto seminato nei mesi precedenti. Mentre mezzo mondo si trova in pieno lockdown da Covid-19: la Bruno Bozzetto Distribution sigla un accordo con la Minerva Pictures per la distribuzione Tv, Home Video e digitale delle opere di Bruno Bozzetto in Italia e Nord America; Simone Massi, dopo aver lasciato il festival Animavì da lui fondato, è tra i creatori di ALMA – Associazione Libera Marchigiana Animatori, con l’intento di intensificare la presenza delle opere in animazione, illustrazione e fumetto realizzate da autori marchigiani oltre i propri confini e nello stesso tempo attirare sul proprio territorio le migliori sinergie internazionali in questi settori; l’animatore Michelangelo Fornaro vince con il corto Alma[13] il premio Best Experimental Film al Berlin Revolution Film Festival; viene distribuito online La città delle cose dimenticate di Massimiliano Frezzato animato da Francesco Filippi[14].
E tanto altro ancora… a dimostrazione che l’animazione pur tra le tante difficoltà del momento è viva e pensa al futuro.
[1] Fonte: Cartoon Italia.
[2] Trainata anche dalla rinascita dell’animazione 2D. L’interesse per l’animazione 2D e le sue potenzialità tecniche ed estetiche è stata sottolineata anche dal recente successo del film spagnolo Klaus a cui, non a caso, hanno lavorato numerosi artisti italiani.
[3] Contributi assegnati dal MiBACT alle imprese a seguito della realizzazione di un prodotto audiovisivo, e da reinvestire in nuove opere.
[4] Le prime Film Commission ad aderire sono state Piemonte, Sardegna e Marche.
[5] Coprodotti o di acquisto.
[6] Da citare: Berry Bees (Atlantyca), Leo Da Vinci (Gruppo Alcuni), 44 Gatti (Rainbow), Ricky Zoom (Maga Animation Studio), Giù dal nido (L&C srl), OPS Orrendi per sempre (Studio Campedelli e Movimenti Productions), la terza stagione di Topo Tip (Studio Bozzetto & Co. e Studio Campedelli) e la seconda YoYo (ShowLab), Kid Lucky (Enanimotion).
[7] A queste si uniscono numerose produzioni internazionali che vedono Rai Ragazzi partecipe in misura più o meno grande quali Le avventure di Tom Sawyer e Gigantosaurus tra le serie già in onda o Lupin’s Tales, I Puffi e Barbapapà – La nuova serie tra quelle in produzione.
[8] Da segnalare la trasmissione di Mani Rosse di Francesco Filippi in prima visione su RaiTre il 14 novembre 2019 anche se a tarda ora (le 23.30).
[9] Lo smart working è una pratica già attuata in tempi normali da alcune delle professionalità dell’animazione quali gli sceneggiatori e alle volte anche gli storyboard artist. Alla luce della situazione attuale più di una società si è pronunciata positivamente sull’eventualità di adottare tale modalità come opzione di lavoro soprattutto per determinati ruoli.
[10] L’ultimo film d’animazione di matrice italiana, pur se di produzione francese, distribuito per il grande pubblico nelle sale è il pregevole La famosa invasione degli orsi in Sicilia diretto da Lorenzo Mattotti.
[11] Proprio mentre scriviamo è stata annunciata la versione online del Festival internazionale di animazione di Annecy e del MiFA.
[12] Una risposta diffusa da parte del mondo dell’animazione alle limitazioni dovute al Covid-19 è stata la rimodulazione online di numerosi eventi live tra cui l’Aperitoon, storico aperitivo torinese (e non solo), che coinvolge rappresentanti del settore e semplici curiosi interessati a conoscere lo stato dell’arte del comparto.
[13] L’omonimia con l’associazione appena citata è solo un caso.
[14] Proprio Francesco Filippi firma il nuovo manuale dedicato da Dino Audino all’Animazione. Il testo Fare Animazione esce in libreria in concomitanza con la prima ristampa di Scrivere per l’Animazione di Mario Bellina e dopo qualche mese dalla ripubblicazione della classica guida ai Cartoni Animati di Edwin G. Lutz a riprova che l’interesse verso il settore è in costante crescita.