In campo per “la partita della Terra” scendono le grandi squadre. Mentre la petizione lanciata lunedì da Green&BlueCapitani per il clima, raccoglie le adesioni di personalità dello sport e della scienza, anche l’amministratore delegato della Juventus, Maurizio Scanavino, e il responsabile per la sostenibilità della Uefa sostengono che il calcio debba farsi portavoce dell’impegno per la sostenibilità. “La questione ambientale non è più rinviabile in nessuna realtà – dice Scanavino, che è anche amministratore delegato di Gedi -; Juventus è da anni impegnata anche su questa particolare tematica, che rappresenta uno dei pilastri della strategia di sostenibilità dell’azienda. Operativamente questo impegno sull’ambiente si traduce in fatti concreti: poiché la Juventus  è la prima società di calcio in Italia ad aver aderito, nel 2019, agli accordi delle Nazioni Unite “Sports for Climate Action Framework” e “Climate Neutral Now”, fissando gli standard per la verifica della rendicontazione delle emissioni in linea con l’Accordo di Parigi. La nostra società fornisce la rendicontazione delle proprie emissioni dirette e indirette di gas serra per comprendere e compensare la propria carbon footprint e inoltre dal 2020 è in partnership con One Tree Planted, per compensare i cambiamenti climatici attraverso attività di riforestazione. A oggi – conclude Scanavino – abbiamo contribuito alla piantumazione di 55mila alberi e nei prossimi giorni annunceremo un’importante evoluzione con impatto diretto sul nostro territorio”.

Il sostegno di un club che conta circa otto milioni di tifosi rinforza il messaggio lanciato dalla petizione (che si può firmare su Change.org) per chiedere alla Lega calcio maschile e alla Divisione calcio femminile (FIGC), di far scendere in campo il 22 aprile, Giornata della Terra, tutte le squadre con la fascia da capitano realizzata con le “strisce del clima”, – o altre fasce – che mostrano chiaramente, senza bisogno di parole o grafici, l’aumento della temperatura della Terra dal 1850 ad oggi.

Dopo i promotori – Alessandro Del Piero e i capitani Davide Calabria dell’Ac Milan, Matteo Pessina del Monza e Domenico Berardi del Sassuolo) – tra i quasi duemila firmatari ci sono Stefano Ciafani, presidente di Legambiente ed Ermete Realacci, presidente di Symbola, solo per citare alcuni.

Spicca poi l’adesione di Maria Cristina Facchini, direttrice dell’Istituto di Scienze dell’Atmosfera e del Clima del Consiglio Nazionale delle Ricerche e da gennaio presidente della Società italiana di Scienze del Clima. “L’idea di far scendere in campo i calciatori con i simboli del cambiamento climatico è bellissima, – osserva la scienziata – perché è una immagine di colori, facile da ricordare, intuitiva da percepire. E sicuramente trascinerà tantissime persone a pensare, magari anche solo per qualche minuto a un problema sul quale non si erano mai soffermati. E poi, grazie alla Serie A, ha la potenza di diffondersi in maniera rapida attraverso la tv e tutti i canali utilizzati dai tifosi. Non tutti nella comunità scientifica apprezzano queste iniziative, ma io ho una sensazione molto positiva. Troppo spesso il mondo scientifico è stato distaccato dal mondo della comunicazione, non quella seria dei giornali, ma quella più popolare, capace di metterci in contatto con gli strati più vasti della società”.