Con la valorizzazione degli scarti del comparto vitivinicolo, il Gruppo Caviro ha saputo stare al passo con i tempi integrando tecnologie e competenze in chiave circolare al suo core business storico. Caviro, la cooperativa agricola italiana leader nel settore del vino, con 27 cantine associate, oltre 600 mila t di uva prodotta, porta ogni giorno vino – tra i più famosi il Tavernello – sulla tavola degli italiani e di altri 70 Paesi, e allo stesso tempo sviluppa ingredienti di qualità e prodotti ad alto valore aggiunto dai by-products della filiera vitivinicola, destinati ad aziende del food & beverage, farmaceutiche, chimiche, energetiche: un ottimo esempio di simbiosi industriale.
I semilavorati provenienti dalla valorizzazione dei sottoprodotti della lavorazione delle uve sono il risultato delle attività svolte dalle quattro divisioni di Caviro Extra nei siti di Faenza e Treviso. La feccia e la vinaccia vengono sottoposte a diverse lavorazioni da cui l’azienda ricava etanolo, acido tartarico – impiegato in numerosi settori e di cui Caviro è uno dei maggiori produttori mondiali -, ma anche enocianina – un colorante naturale impiegato dall’industria alimentare – e i vinaccioli da cui si estraggono i polifenoli utilizzati in nutraceutica e cosmetica. Dai mosti della pigiatura del vino Caviro Extra invece ricava mosti concentrati e zuccheri d’uva. Infine, dalla divisione Extra Eco-Energia, Caviro Extra attua la depurazione dei reflui della filiera agroalimentare producendo biometano avanzato per autotrazione e fertilizzanti naturali per un’agricoltura sostenibile.